29 giugno 2008. La media dei principali sondaggi statunitensi dà Barack Obama al 47.40 % di preferenze contro il 40.30% di John McCain. Obama è sulla cresta dell'onda: i media parlano solo di lui, della moglie, dei figli, del fatto che è bello, che non suda, che parla come Kennedy, ecc.
Arriva luglio. Il mese del tour europeo: Barack Obama è accolto in Europa come negli anni Sessanta furono accolti i Beatles. Duecentomila persone a Berlino, l'endorsement di Sarkozy (che è pure di destra...). E prima dell'Europa il Medioriente, per rassicurare gli elettori sulle proprie competenze in politica estera: un trionfo in Israele, un volo sull'Iraq a fianco del generale Petraeus, una sosta in Afghanistan. Bhè, chissà che sondaggi!
29 luglio 2008. La media dei principali sondaggi statunitensi dà Barack Obama al 46.20% di preferenze contro il 43.70% di John McCain. Le rilevazioni USA Today / Gallup, in particolare, danno John McCain in vantaggio di 4 punti percentuali. E mentre Obama conquistava l'Europa, l'evento più eccitante al quale ha partecipato McCain è stata una partita di baseball.
Cosa ne possiamo dedurre? Che visitare supermercati americani (rassicurando gli americani sulla crisi economica) rende molto più che conquistare 200.000 berlinesi. Che essere amati dall'Europa non porta troppo bene ai pretendenti alla Casa Bianca. Che a novembre non voteranno solo i lettori del "New York Times", ma anche tutti quegli americani senza puzza sotto il naso che i giornali non li leggono proprio.
Obama è il miglior candidato possibile per i democratici. McCain, forse, non è il miglior candidato per i Repubblicani: ma si sta comportando molto bene, convincendo giorno dopo giorno quelle frange repubblicane che prima non potevano vederlo. Se Obama non vuole essere l'ennesimo perdente democratico, si faccia una doccia di umiltà e inizi a parlare agli americani dell'America profonda. L'Europa verrà poi.