“La rabbia e l’orgoglio” – pubblicato con ampio risalto dal “Corriere della Sera” nel settembre 2001 – ha segnato indelebilmente l’immagine di Oriana Fallaci. Tornata alla ribalta sulla scena politica e culturale, la scrittrice fiorentina ha dedicato gli ultimi anni di vita alla difesa dell’Occidente contro l’Islam più radicale: una battaglia passionale, che l’ha vista partorire tre volumi e numerosi articoli sulla stampa italiana e mondiale. Quello stesso successo, però, ha paradossalmente “cancellato” il resto della sua carriera: quarant’anni di letteratura e giornalismo ai massimi livelli, dall’esordio all’“Europeo” (1951) alla pubblicazione del romanzo “Insciallah” (1990).A riequilibrare la situazione ci ha pensato il romanzo postumo (e incompiuto) “Un cappello pieno di ciliege” (Rizzoli, 2008): un gioiello letterario – frutto di un lungo lavoro di ricerca – che ha riconsegnato agli italiani la Fallaci scrittrice (anzi “scrittore”, come voleva essere ricordata). Ed è sulla scia dell’ennesimo successo editoriale targato Oriana che la Bur (Biblioteca Universale Rizzoli) ha pensato di rieditare tutte le sue opere, celebri e meno celebri, riprendendo la celebre collana dalle copertine dorate interamente dedicata alla scrittrice. I primi due titoli ad essere pubblicati, a ridosso del Natale, sono dei “pezzi” rari: “Intervista con la storia” e l’audiolibro “Oriana Fallaci legge Lettera a un bambino mai nato”.
Sull’audiolibro, in realtà, non c’è molto da dire. Pubblicandolo su audiocassette nel 1993, Rizzoli cercò di replicare il successo di quella che resta la sua opera più amata: “Lettera a un bambino mai nato” (1975), il celebre discorso di una madre al figlio che porta in grembo tradotto in ventisette Paesi. “Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri”: comincia così il celebre monologo della Fallaci, dilaniata di fronte alla scelta tra aborto e maternità. Ed è emozionante, per tutti gli amanti della scrittrice, poter riascoltare quelle pagine lette dalla voce di Oriana: dolce e decisa allo stesso tempo, carica di passione. La nuova edizione Bur propone l’audiolibro (240 minuti) in quattro cd, contenenti la voce della scrittrice intervallata da una selezione di brani di musica classica.
D’interesse per un pubblico più vasto è invece “Intervista con la storia”. Pubblicato originariamente nel 1974 e ampliato tre anni dopo, da qualche tempo risultava fuori catalogo: una prima edizione, su eBay, può costare anche 200 euro. Oltre che documenti di estremo valore, i colloqui della Fallaci con i grandi della terra rappresentano una forma di intervista studiata in tutto il mondo: ecco perché la ripubblicazione del volume è una grande notizia per tutti gli appassionati di storia e giornalismo. La nuova edizione con copertina rigida, esteticamente molto curata, è inoltre arricchita da un’introduzione di Federico Rampini, corrispondente di “Repubblica” da Pechino.
In questa “indimenticabile galleria dei protagonisti internazionali del suo tempo”, annota Rampini, “la storia mondiale si fa umana, concreta, animata da personaggi in carne ed ossa, messi a nudo nelle loro storie private, nelle loro sofferenze e nei loro sogni”. Senza mai chinare la testa di fronte al potente di turno, la giornalista andava a scovare le schegge d’umanità presenti in ogni interlocutore: i grandi della terra non sono mai stati così vicini alla sensibilità del lettore, oltre ogni barriera e formalità. Ecco perché alcune di queste interviste sono ormai scolpite nella storia del giornalismo e nell’immaginario dei lettori: Henry Kissinger, che ricorderà per sempre come un incubo l’incontro con la Fallaci e le polemiche che seguirono, il generale Giap, personaggio chiave della guerra in Vietnam, o il superstizioso Ailé Sellassié, che alla domanda “Come guarda alla morte?” caccia via indignato giornalista e fotografo al seguito.
In un libro che la stessa autrice definisce “una testimonianza diretta si ventisette personaggi politici della storia contemporanea”, la figura della Fallaci è molto presente: con i personaggi che si trova di fronte l’autrice instaura immediatamente un rapporto emozionale, positivo o negativo che sia. Ci sono uomini che proprio non le vanno giù – Yassir Arafat, al tempo leader della resistenza palestinese, è “un uomo nato per irritare” e “un nulla basta a renderlo ostile, freddo, arrogante” – mentre altri la conquistano al primo sguardo – come il saggio e lucido Pietro Nenni, protagonista di lunghi colloqui sulla politica italiana degli anni Settanta.
Tra i grandi della storia, però, sono in pochi a conquistare completamente la Fallaci. Ci riescono due donne: Golda Meir e Indira Gandhi. Sulla prima la Fallaci mette subito le cose in chiaro: “A mio avviso, anche se non si è affatto d’accordo con lei, con la sua politica, la sua ideologia, non si può fare a meno di rispettarla, ammirarla, anzi volerle bene”. Dietro a tanta ammirazione, un semplice motivo (ancora una volta emotivo): “Mi ricordava mia madre, a cui assomigliava un po’”. Indira Gandhi (“questa donna incredibile che governava su quasi mezzo miliardo di creature”) disarma invece per la sua intelligenza e la sua forza: qualità comuni alla Fallaci stessa, da sempre ammiratrice delle donne che hanno saputo farsi strada in un mondo dominato da uomini.
Ed è proprio un uomo a chiudere l’antologia della Fallaci: Alekos Panagulis. Resistente greco, futuro compagno della scrittrice, vittima del potere che combatteva e protagonista di un altro capolavoro dell’autrice (“Un uomo”, 1979), di fronte al registratore della giornalista Panagulis è (ancora) solo un combattente le cui gesta hanno appassionato tutta l’Europa. Responsabile di un attentato contro la giunta dei colonnelli, Alekos venne imprigionato e torturato: Oriana lo incontra il giorno della liberazione, e “quel giorno aveva il volto di un Gesù crocifisso dieci volte e sembrava più vecchio dei suoi trentaquattro anni”. Nel ritratto introduttivo della scrittrice c’è già l’eroe morto “per un sogno che si chiama libertà, che si chiama giustizia”. Ecco perché l’intervista conclusiva è “una specie di testamento spirituale, una spiegazione di ciò che Alekos cercò sempre invano”. Col senno del poi, è l’intervista più emozionante.
Oriana Fallaci, “Oriana Fallaci legge Lettera a un bambino mai nato”, Milano, Bur 2008
4 cd, € 19.00
Oriana Fallaci, “Intervista con la storia”, Milano, Bur 2008
pp. 879, € 14.00
4 cd, € 19.00
Oriana Fallaci, “Intervista con la storia”, Milano, Bur 2008
pp. 879, € 14.00