09 gennaio 2009

L'Onu ha fatto i conti senza l'oste

Dopo giorni di trattative, con 14 voti a favore e un astenuto (gli Stati Uniti) il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha partorito una risoluzione che chiede "un cessate il fuco immediato e senza condizioni" tanto a Israele quanto ad Hamas. E le reazioni dei protagonisti ci dicono molto sull'autorevolezza del Consiglio di Sicurezza. Alle 10 a.m. ora italiana, le Brigate Ezzedin el-Qassam avevano già sparato almeno 20 razzi contro Israele. Nelle stesse ore, le forze aeree e navali israeliani hanno colpito almeno 30 obiettivi nella Striscia di Gaza. E poi sono arrivate le dichiarazioni.

Un portavoce ha detto che Hamas "ha deciso di colpire località israeliane situate a distanza maggiore di quelle colpite finora". Tzipi Livni ha detto che "Israele ha agito, sta agendo ed agirà solo in base alle proprie considerazioni, alle necessità di sicurezza dei suoi cittadini e del suo diritto all'autodifesa". Osama Hamdan, rappresentante di Hamas in Libano, ha detto che "la risoluzione delle Nazioni Unite non ci riguarda: non siamo stati consultati in merito e non prende in considerazione il nostro punto di vista e gli interessi del nostro popolo". Pochi minuti dopo, il monito del Consiglio di Sicurezza è stato respinto anche dalla Jihad islamica, che "proseguirà la lotta armata". Ancora una volta, l'Onu ha fatto i conti senza l'oste.