Sono milanista dalla nascita, amo Kakà e spero che decida di restare in Italia. Detto ciò, se fossi nei suoi panni, non esiterei un istante a comprare un biglietto per Manchester. E se fossi Berlusconi, non esiterei a venderlo. Non sarebbe un tradimento, ma una scelta razionale e intelligente. Per almeno due motivi:
1) I soldi: per Kakà e per il Milan. Certo, per i tifosi delle curve la propria squadra del cuore è una famiglia, o una patria che i soldati non devono tradire. Nella realtà, però, il calcio è prima di tutto un grandissimo affare economico; poi, ma solo poi, uno sport e una passione. 150 milioni di euro, per il Milan, sono una mano santa: con quella cifra si possono comprare 3-4 grandissimi giocatori per svecchiare e rilanciare un organico ormai a fine ciclo. E lo stesso vale per Kakà: non vedo niente di male nell'accettare una cascata di milioni; lo farebbe chiunque: è il mercato, e il Manchester City è il miglior offerente possibile.
2) Le prospettive: Kakà potrebbe decidere di restare al Milan se il Milan gli garantisse un futuro ai massimi livelli. Ma così non sarà. Berlusconi ha fatto capire che il tempo delle vacche grasse è finito: non ha più intenzione di investire a sufficienza nella società. Il futuro del Milan, senza un grande investimento in giovani promettenti, è grigio: difficile pensare che nei prossimi 5-6 anni possa tornare a dominare l'Europa e il mondo. Un dominio che invece è nei piani del Manchester City: la sua presidenza sta investendo centinaia di milioni per costruire la squadra più forte del mondo. Una squadra da Kakà, insomma, che avrebbe così la possibilità di giocare altri 5-6 anni a livelli stratosferici. Con tanto di Coppe Campioni e palloni d'oro.
1) I soldi: per Kakà e per il Milan. Certo, per i tifosi delle curve la propria squadra del cuore è una famiglia, o una patria che i soldati non devono tradire. Nella realtà, però, il calcio è prima di tutto un grandissimo affare economico; poi, ma solo poi, uno sport e una passione. 150 milioni di euro, per il Milan, sono una mano santa: con quella cifra si possono comprare 3-4 grandissimi giocatori per svecchiare e rilanciare un organico ormai a fine ciclo. E lo stesso vale per Kakà: non vedo niente di male nell'accettare una cascata di milioni; lo farebbe chiunque: è il mercato, e il Manchester City è il miglior offerente possibile.
2) Le prospettive: Kakà potrebbe decidere di restare al Milan se il Milan gli garantisse un futuro ai massimi livelli. Ma così non sarà. Berlusconi ha fatto capire che il tempo delle vacche grasse è finito: non ha più intenzione di investire a sufficienza nella società. Il futuro del Milan, senza un grande investimento in giovani promettenti, è grigio: difficile pensare che nei prossimi 5-6 anni possa tornare a dominare l'Europa e il mondo. Un dominio che invece è nei piani del Manchester City: la sua presidenza sta investendo centinaia di milioni per costruire la squadra più forte del mondo. Una squadra da Kakà, insomma, che avrebbe così la possibilità di giocare altri 5-6 anni a livelli stratosferici. Con tanto di Coppe Campioni e palloni d'oro.