28 febbraio 2009

Guarda Bar e vola in Israele



Dieci giorni fa, su "Haaretz", l'editorialista israeliano Aluf Benn scriveva di Bar Refaeli - appena comparsa in bikini sulla copertina di "Sports Illustrated": "Refaeli presents herself everywhere as an Israeli, and even expressed her support for Livni on the eve of the elections. The enormous international exposure she enjoys raises the question of whether she helps Israel's public-relations campaign abroad, and whether her photos on the beach soften the hard images of the war in the Gaza Strip".

Bar per dimenticare Gaza? La donna più bella del mondo per risollevare l'immagine di Israele in Occidente? "Israelis tend to see their country as part of the West, and compare it to the United States and Britain. The problem is that the West is not too thrilled by the comparison and regards Israel as an oddity, a country using excessive force in permanent conflict with its neighbors": Bar Refaeli, conclude allora Benn, "is expected to prove that Israel is like the West. The young women of Iran, Hezbollah and Hamas are not photographed in bathing suits. Neither are Egyptian or Saudi Arabian girls - an advantage perhaps that stresses our belonging in the Western cultural club. In Israeli eyes, a photo of Refaeli on an airliner makes us more American and Western".


Gli esperti di "Israel Brand" - sezione del ministero degli Esteri creata da Tzipi Livni per curare l'immagine di Israele nel mondo - scommettono su di lei: "Conosciuta e ammirata per l’orgoglio con cui rivendica, dalle spiagge californiane a quelle di Saint Tropez, le sue origini israeliane, la modella viene definita nuovo simbolo del sionismo dalla stampa casalinga" scrive "Il Giornale", "ma il vero trionfo è stata quell’apparizione in bikini sub-pubico sulle pagine patinate di una rivista riservata alle dee del pianeta. Da quel momento televisioni e giornali israeliani l’hanno trasformata nella nuova musa della nazione".

E mentre gira voce che Leo Di Caprio sia pronto a convertirsi all'ebraismo per lei, la Bar-mania non accenna a diminuire. Da "Sports Illustrated" a David Letterman, la seconda israeliana più famosa al mondo dopo Tzipi Livni (stando a Google) sembra pronta a dare un volto al sionismo del XXI secolo. E magari una bella sferzata al turismo.