L'ex ministro degli Interni Beppe Pisanu ha rilasciato una lunga intervista ad Aldo Cazzullo. Temi centrali immigrazione e criminalità. Dice Pisanu: "L’immigrazione è un fenomeno che orienterà i processi economici e sociali dell’Europa per un secolo; non lo si può affrontare con l’orecchio teso alle voci delle osterie della Bassa padana. Il sonno della ragione genera mostri. Comportamenti aberranti da una parte. Dall’altra, misure rivolte a tranquillizzare l’opinione pubblica e a giustificare slogan elettorali".
L'accusa a Berlusconi, insomma, è quello di farsi risucchiare dagli slogan leghisti. "Più d’una volta ho avuto la sensazione che la tolleranza zero servisse a giustificare l’intolleranza. L’intolleranza verso l’estraneo, verso chi la pensa diversamente, appartiene ad altre culture o ha altre convinzioni religiose". "La vera battaglia" continua Pisanu "è la prevenzione. Concentrarsi sulla repressione di reati già commessi significa aver già perso. Andrebbe affermato il principio che l’immigrazione clandestina è solo l’aspetto patologico di un fenomeno positivo: se vogliamo mantenere il nostro tasso d’attività, e quindi la nostra ricchezza, con l’attuale trend di nascite dobbiamo accogliere 2-300 mila immigrati l’anno".
Pisanu solleva con intelligenza problemi molto concreti. Per quanto mi riguarda, qualche semplice considerazione:
1) E' evidente che gran parte della criminalità è legata agli extracomunitari: sono le frange della popolazione più povere e disagiate, e in molti casi provengono da contesti politici e sociali ben lontani dalle nostre culture liberaldemocratiche. Detto ciò - soprattutto per quanto riguarda la Romania, entrata a far parte dell'Unione Europea - l'immigrazione è (e sarà sempre più) un processo necessario e inarrestabile.
2) Detto ciò, qui entra in gioco la prevenzione di Pisanu. Il problema dell'Italia non è l'immigrazione, quanto un sistema giudiziario scandaloso che non ha eguali nelle più moderne liberlademocrazie occidentali. Negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna, in Germania, in Inghilterra, nei paesi nordici esistono pene dure e certe: se anche in Italia le condanne fossero scontate sino all'ultimo giorno, staremmo tutti meglio. Vivremmo più liberi e sicuri. E ci sarebbero meno problemi d'integrazione.
3) Terza ed ultima questione. Attenzione: quando si parla di pene certe e più severe, in Italia viene evocato lo spettro dell'autoritarismo. Questa è la più grande malattia italiana: non abbiamo ancora capito che una liberaldemocrazia sana ha bisogno di regole certe e sane, per garantire la libertà di tutti. E' piuttosto il buonismo - imperante da troppi anni - ad aprire scenari da incubo: in Italia cresce il razzismo, cresce la sfiducia nelle istituzioni liberali, cresce la voglia di farsi giustizia da soli. Esattamente quello che è successo negli anni immediatamente precedenti alla marcia su Roma. Questo lassismo è oggi la più grande minaccia alla democrazia e alla libertà dei singoli individui.
L'accusa a Berlusconi, insomma, è quello di farsi risucchiare dagli slogan leghisti. "Più d’una volta ho avuto la sensazione che la tolleranza zero servisse a giustificare l’intolleranza. L’intolleranza verso l’estraneo, verso chi la pensa diversamente, appartiene ad altre culture o ha altre convinzioni religiose". "La vera battaglia" continua Pisanu "è la prevenzione. Concentrarsi sulla repressione di reati già commessi significa aver già perso. Andrebbe affermato il principio che l’immigrazione clandestina è solo l’aspetto patologico di un fenomeno positivo: se vogliamo mantenere il nostro tasso d’attività, e quindi la nostra ricchezza, con l’attuale trend di nascite dobbiamo accogliere 2-300 mila immigrati l’anno".
Pisanu solleva con intelligenza problemi molto concreti. Per quanto mi riguarda, qualche semplice considerazione:
1) E' evidente che gran parte della criminalità è legata agli extracomunitari: sono le frange della popolazione più povere e disagiate, e in molti casi provengono da contesti politici e sociali ben lontani dalle nostre culture liberaldemocratiche. Detto ciò - soprattutto per quanto riguarda la Romania, entrata a far parte dell'Unione Europea - l'immigrazione è (e sarà sempre più) un processo necessario e inarrestabile.
2) Detto ciò, qui entra in gioco la prevenzione di Pisanu. Il problema dell'Italia non è l'immigrazione, quanto un sistema giudiziario scandaloso che non ha eguali nelle più moderne liberlademocrazie occidentali. Negli Stati Uniti, in Francia, in Spagna, in Germania, in Inghilterra, nei paesi nordici esistono pene dure e certe: se anche in Italia le condanne fossero scontate sino all'ultimo giorno, staremmo tutti meglio. Vivremmo più liberi e sicuri. E ci sarebbero meno problemi d'integrazione.
3) Terza ed ultima questione. Attenzione: quando si parla di pene certe e più severe, in Italia viene evocato lo spettro dell'autoritarismo. Questa è la più grande malattia italiana: non abbiamo ancora capito che una liberaldemocrazia sana ha bisogno di regole certe e sane, per garantire la libertà di tutti. E' piuttosto il buonismo - imperante da troppi anni - ad aprire scenari da incubo: in Italia cresce il razzismo, cresce la sfiducia nelle istituzioni liberali, cresce la voglia di farsi giustizia da soli. Esattamente quello che è successo negli anni immediatamente precedenti alla marcia su Roma. Questo lassismo è oggi la più grande minaccia alla democrazia e alla libertà dei singoli individui.