"La notizia che in fondo mi fa più piacere è che in due salotti milanesi, quello di Inge Feltrinelli e quello di Gae Aulenti, si è brindato all'attentato contro di me e deplorato solo il fatto che me la sia cavata".
"Moravia ha fondato, insieme a Pasolini e a Dacia Maraini, un «comitato contro la repressione». E la riprova che la repressione non c'è. Se ci fosse, Moravia sarebbe coi repressori, come ha dimostrato avallando col suo silenzio la persecuzione di Solzhenitsyn in Russia".
"Casalegno è morto. Ho telegrafato alla vedova, ma non al figlio — iscritto a Lotta continua —, né a Levi e ai colleghi della Stampa. Purtroppo, la loro faziosità condiziona la nostra solidarietà. Al funerale andrà Biazzi".
"Il cadavere di Moro, lasciato su una macchina fra Botteghe Oscure e piazza del Gesù, ci coglie di sorpresa. Siamo stati duri nei suoi confronti. La sua fine miseranda c'ispira un sentimento di pietà, ma fa sorgere altri pericoli contro cui occorre subito mettere in guardia: in nome del «martire», i suoi cercheranno di spingere avanti la sua «linea»".
Mercoledì, Indro Montanelli torna in libreria con i suoi diari.