28 maggio 2009

I 4 punti di Severgnini

Beppe Severgnini prova a superare gli steccati ideologici, proponendo quattro ovvietà sulla querelle Silvio-Noemi. Eccole:
1) La frequentazione tra un settantenne e una diciassettenne - al di là del ruolo di lui - è insolita. La famiglia Letizia non sembra stupita, decine di milioni d'italiani sì. Una spiegazione plausibile ancora non l'hanno avuta. Se tanti lavorano di fantasia, a Palazzo Chigi non possono stupirsi.

2) Alcune affermazioni del protagonista sono state smentite. "L'ho sempre vista coi genitori": poi Noemi - ma cosa s'è fatta? era così carina! - salta fuori alla festa del Milan, sbuca al galà della moda, compare in Sardegna. Per cose del genere, nelle altre democrazie, i potenti saltano come tappi di spumante. Noi siamo più elastici - succubi, rassegnati, distratti, disinformati: scegliete voi l'aggettivo - ma un leader politico, perfino qui, dev'essere credibile.

3) Le abitudini e le frequentazioni di Silvio B. riguardano solo Veronica L. (che peraltro s'è già espressa con vigore sul tema)? Be', fino a un certo punto. Il Presidente del Consiglio guida una coalizione di governo che organizza il Family Day, mica il Toga Party o il concorso Miss Maglietta Bagnata. Michele Brambilla - vicedirettore del "Giornale", bravo collega e uomo perbene - spiega che, per il mondo cattolico, contano le azioni politiche, non i comportamenti coerenti. Io dico: mah!

4) L'opposizione, in tutte le democrazie, cerca i punti deboli dell'avversario, soprattutto alla vigilia delle elezioni. Dov'è lo scandalo, qual è la novità? Se Piersilvio s'indigna, non ha idea di cosa avrebbe passato suo padre in America, in Germania o in Gran Bretagna (dov'è inconcepibile che i capi di governo possiedano televisioni). Non solo in questi giorni: negli ultimi quindici anni.
Personalmente, condivido appieno i punti 2 e 4 (opposizioni e giornali, da quando esiste il mondo, negli scandali ci sguazzano: c'è poco da scandalizzarsi). Condivido in parte il punto 1 (una diciassettenne può essere affezionata a un settantenne e viceversa, anche senza scandalo). Non condivido il punto 3: gli italiani conoscono benissimo Berlusconi, e non lo reputano certo un santo; ciò detto, lo votano e continuano a farlo: non sarà certo lo "scandalo" Noemi a far cambiare idea ai cattolici.