22 novembre 2009

Philip Roth e la delusione Obama

Intervistato da Tommaso Debenedetti per "Libero", Philip Roth spara a zero su Obama: "Una grandissima delusione. Sono stato fra i primi a credere in lui, ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico". Il problema, per Roth, è che il presidente non ha fatto "nulla di diverso da quello che la banale quotidianità del potere lo portava a fare".

Parole dure anche sulla politica estera. Roth non è certo un sostenitore di Bush, ci mancherebbe, e la logica dell'intervento militare era sbagliata: "ma almeno, chiara". Nessuno invece sembra aver capito la strategia obamiana: "Di fatto Al Qaeda è sempre più forte e organizzata, un regime pericoloso e delirante come quello iraniano sta attrezzandosi con l'arma nucleare e si attrezza per colpire Israele e lui, il presidente, sembra eludere il problema".

Il nemico contemporaneo, "paragonabile al nazismo degli anni trenta, è l'estremismo religioso e sanguinario, il terrorismo soprattutto di matrice islamica. A mio avviso, il dialogo non serve. E con chi si dialogherebbe, del resto?". Qual è allora la ricetta del Maestro Roth? "Serve un sostegno effettivo a quelle forze che, all'interno dei paesi dove il fondamentalismo è più forte o dove è addirittura regime al potere, si battono per contrastarlo". L'Onda verde iraniana ad esempio, platealmente ignorata dagli Stati Uniti...

P.S. Bob Dylan aveva scaricato Obama diversi mesi fa.