28 febbraio 2010

Faccia, insomma, quello che aveva promesso di fare

Mi limito a osservare che Silvio Berlusconi può rinunciare al duello quotidiano con la magistratura e i suoi oppositori. Dovrebbe quindi rendersi conto che questi duelli hanno enormemente contribuito, al di là delle sue intenzioni, a creare l’immagine di un Paese allo sbando dove le notizie cattive oscurano le notizie buone. È stato eletto con un programma che la maggioranza degli italiani ha considerato più modernizzatore e liberale di quello dei suoi avversari. È ora che torni a quel programma e spieghi ai suoi connazionali come intende utilizzare i tre anni che lo separano dalla fine della legislatura. Penso alle riforme istituzionali, anzitutto, ma anche alla riforma fiscale, a quella della pubblica amministrazione, alla lotta contro la corruzione, alle infrastrutture, alla Tav, al nucleare, ai porti, al Sud, alla ricerca scientifica. Non gli chiediamo di risolvere tutti i nostri problemi da un giorno all’altro. Gli chiediamo di innalzare il tono del dibattito nazionale e di coinvolgere in questa nuova fase tutti i suoi connazionali, anche quelli che non hanno votato per lui. Rinunci, per favore, a parlarci della magistratura «cattiva» e cerchi piuttosto di riformare l’ordine giudiziario in un clima di maggiore distensione e collaborazione. Rinunci a definire «comunisti» i suoi critici e tenga conto delle loro opinioni quando sono utili all’interesse generale del Paese. Faccia, insomma, quello che aveva promesso di fare. Ha di fronte a sé tre anni. Non sono pochi.

Sergio Romano,
Corriere della Sera