26 luglio 2010

Fallaci: parole ancora attuali

Oriana Fallaci presenta Intervista con la storia come “una testimonianza diretta su ventisette personaggi politici della storia contemporanea”. Tuttavia, rileggendo i pezzi della scrittrice, ci si imbatte in parole molto attuali. Si prenda il tema delle interferenze del Quirinale nell’attività governativa: secondo Giovanni Leone, “vi sono momenti drammatici in cui il presidente può essere addirittura costretto dalla sua coscienza e dall’interesse nazionale a dire cose molto dure” e “il diritto di esprimere cose che ritengo giuste dopo averci lungamente meditato… no, non mi si può negare”. Leone pone un altro tema: quello dei sacrifici necessari dei lavoratori. È giusto “rivendicare condizioni migliori di vita e di paga per l’operaio: ma bisogna anche lavorare. In Italia il fenomeno dell’assenteismo è preoccupante”. Attenzione, profetizza Leone, “se non si lavora, se non si produce, quello che guadagnamo oggi lo perdiamo domani col disastro economico”.

In tema d’intercettazioni, poi, si leggano alcune riflessioni di Andreotti. “Il fatto - dice il senatore - è che ci vuole un maggior rispetto del segreto istruttorio: in Italia, invece, il segreto istruttorio è una beffa. Ognuno dà conferenze stampa: dal questore al magistrato. E poi, magari, si dà la colpa al giornalista”. Si potrebbe continuare a lungo, magari con Amendola che mette in guardia dagli estremismi: “Ho detto che il fascismo si può presentare con la maschera nera e con la maschera rossa: ma sempre fascismo è”. Il dramma, però, è che un libro scritto qualche decennio fa diventa opera di eterna attualità, prova dell’immobilismo di un paese in cui “non riusciamo a farci una ragione del presente e a vedere come affrontare il futuro perché ci manca la politica” (Ernesto Galli della Loggia, “Corriere” del 7 luglio). Cambieranno le cose? Chi lo sa. Chiuderei però con parole regalate alla Fallaci da Pietro Nenni: “Io credo nell’uomo. L’uomo creatore del proprio destino”.

Corriere della Sera