02 novembre 2010

Silvio ha sbagliato? Se lo chiedono i giornali di centrodestra

Con molti distinguo e con svariate attenuanti, certo. Ma oggi anche sui giornali più vicini al premier compaiono critiche al Cavaliere. Su Libero, Maurizio Belpietro scrive un lungo editoriale in cui spiega che "comunque la si giri, in questa vicenda Berlusconi non è indagato né potrebbe esserlo, perché da ciò che si è letto non ha commesso nulla di illecito"; chiarito ciò, continua il direttore,
è vero, Silvio Berlusconi ha sbagliato. Anzi, ha commesso il reato più grave che ci sia, ovvero, per raccontarla come la direbbe Umberto Bossi, ha fatto una gran pirlata e di questo probabilmente prima o poi dovrà rispondere. Ma non in un'aula di tribunale, come vorrebbero in molti e soprattutto a sinistra, bensì nella cabina elettorale.
Non si può campare pensando sempre che gli altri sono peggio, che i giudici sono comunisti e che Fini è un traditore: anche se ci fosse del vero in tutto quanto. Non si può passar la vita a difendere il privato di Berlusconi se poi Berlusconi non fa niente per difendere dal suo privato noi, cittadini o giornalisti che perdiamo intere stagioni a discutere delle sue mutande: e questo solo perché lui ha sottovalutato dei rischi o perché deve affermare qualche principio. Berlusconi sarà anche un genio, ma i suoi casini impediscono di dimostrarlo e fanno perdere un sacco di tempo al Paese: e parlo di casini autoprocurati, non di complotti dei poteri forti.
Il Giornale di Vittorio Feltri ospita invece un editoriale di Marcello Veneziani, intitolato "Le mie perplessità sul premier". Secondo il filosofo,
è brutto che un presidente del Consiglio frequenti una ragazza di 17 anni e che la frequenti magari negli stessi luoghi in cui incontra leader politici e capi di Stato. E' brutto che una ragazza, forse ladruncola e prostituta, entri nella sua corte e riceva da lui regali. E' brutto che un premier intervenga o faccia intervenire qualcuno per togliere la ragazza dall'impiccio in questura. Ed è brutto che giustifichi di averlo fatto perché ha cuore e aiuta chi ha bisogno: che sia generoso non ne dubito affatto, ma non si può chiamare aiuto umanitario il sostegno a un'escort alle prese con la polizia. Questo è anche un abuso di potere.
Segue una stoccata ai critici: "Criticarlo per le pubbliche ricadute di questi vizi privati mi pare giusto e sacrosanto; ma solo astiosi cretini possono invocare la caduta del governo per il bunga bunga. Quello sì, ci renderebbe zimbelli agli occhi del mondo, e getterebbe l'Italia in preda a una crisi nera". Qui la risposta di Vittorio Feltri.