17 marzo 2011

Il nucleare è morto

Si continuerà a parlarne, ma saranno parole al vento: il nucleare in Italia è morto prima di nascere. Pronto ad essere smentito dai fatti, ma tutte le dichiarazioni vanno in questo senso. Umberto Veronesi, presidente dell'Agenzia per il nucleare: "Io rimango convinto che il mondo non può fare a meno del nucleare per sopravvivere, tuttavia non posso evitare di pormi degli interrogativi e vorrei personalmente approfondire e riesaminare i piani, che peraltro ho sempre ritenuto eccellenti, di sviluppo nucleare del nostro Paese, anzi dell'Europa". Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico: "Quello che è successo in Giappone un momento di riflessione lo deve dare. Invito il sistema Paese, il governo, i tecnici a fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare". Umberto Bossi, ministro per le Riforme: "E' il territorio che decide"; tutti i governatori delle regioni sono fermamente contrari alla costruzione di centrali sul proprio territorio.

Ma soprattutto, pochi minuti fa, Stefania Prestigiacomo (ministro dell'Ambiente): "E' finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Dobbiamo uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente, decidiamo tra un mese". Le dichiarazioni del ministro sono state carpite e rilanciate da diverse agenzie di stampa: la smentita arriverà tra poco, ma dà un'idea della situazione.