Presto il corpo di Vittorio Arrigoni tornerà in Italia. Come spiega Federica Micardi sul Sole 24 Ore, la salma passerà dall'Egitto per aggirare il territorio israeliano: "Egidia Beretta, la mamma di Vittorio, vuole infatti evitare il passaggio del corpo del figlio attraverso Israele, per rispettare la memoria del ragazzo che ha dedicato la sua vita a lottare contro le azioni israeliane nei territori palestinesi, battaglia che gli è costata diversi provvedimenti di fermo da parte delle autorità ebraiche e duri periodi di detenzione".
Ecco cosa scrive oggi sul Corriere della Sera lo scrittore Etgar Keret, che si trova a Venezia per un festival letterario:
La terra di Israele è forse tanto empia da non poter essere attraversata da un morto? E i suoi abitanti sono forse tanto abbietti che il loro semplice contatto rischia di profanare quel corpo? Sarà forse la negazione dell’esistenza di Israele e dei sette milioni di ebrei e musulmani che vi abitano ad accelerare quel processo di pace e quella liberazione per la quale il figlio aveva varcato i mari e combattuto per tutta la sua vita?Mi auguro che Vittorio Arrigoni sia stato più pro palestinese che anti israeliano. Eppure, anziché incarnare un gesto di compassione e di umanità verso il popolo che aveva voluto aiutare, il suo ultimo viaggio diventa simbolo dell’odio e del rifiuto verso coloro che considerava nemici. E se questo è quanto la mia regione sa offrire in memoria di un pacifista assassinato, quali possono essere le speranze per una pace futura?