13 luglio 2011

Djokovic-Nadal, lo spettacolo è a rischio?

L’ultima edizione del torneo di Wimbledon ha certificato un fatto: dopo anni di duopolio ai vertici della classifica e nelle finali degli Slam, il tennis offre oggi una nuova rivalità. Addio dunque a Federer-Nadal, lo scontro che ha segnato gli anni zero e ha regalato – a detta di John McEnroe, uno che se ne intende – la più bella partita di tutti i tempi (finale di Wimbledon 2008). In futuro ci sarà ancora spazio per lo spagnolo, ma il posto di Federer – vicino ai trent’anni e con sedici tornei dello Slam in bacheca – sarà sempre più del serbo Novak Djokovic, fresco vincitore sui campi di Church Road e novello numero uno della classifica Atp.

Per Nadal, va detto, il ricambio non è una buona notizia. Dalla sua entrata nel mondo del tennis professionistico, lo spagnolo ha sempre avuto buon gioco contro Federer e gli scontri diretti – 17 a 8 per Rafa – stanno lì a dimostrarlo. Ora come ora Nadal è in vantaggio anche contro il nuovo rivale (16 a 12), ma il nuovo Djokovic – quello che ha saputo crescere fino a ottenere risultati strepitosi nel 2011 – è uscito vincitore dalle ultime cinque partite (conquistando così quattro titoli Master 1000 e Wimbledon, con un secco 6-4, 6-1, 1-6, 6-3). Se il serbo riuscisse a mantenersi a un simile livello, per Nadal non sarà facile riconquistare la prima posizione della classifica: negli ultimi mesi, del resto, Djokovic ha vinto anche sulla terra rossa di Roma e Madrid, campi considerati un tempo veri e propri “feudi” di Rafa.

Altri contendenti, all’orizzonte, per il momento non se ne vedono: Andy Murray – che anche quest’anno, a Wimbledon, ha finito la sua corsa in semifinale – resta una promessa non mantenuta. Certo, in terza posizione c’è sempre Federer, tra i più grandi di ogni tempo, e lo svizzero qualche fiammata la può ancora regalare: nel 2011 è stato l’unico in grado di fermare Djokovic in semifinale a Roland Garros, in una delle partite più belle degli ultimi anni. Fisicamente Federer è in forma, e con la giusta concentrazione – nonostante l’età – potrebbe ancora vincere qualcosa di importante (come prima di lui ha fatto Andre Agassi, capace conquistare l’ultimo Slam della carriera all’età di 33 anni).

Ma se i tifosi di Federer sperano, resta un dubbio. La questione è semplice: di fronte al genio dello svizzero, tanto Djokovic quanto Nadal regalano un gioco bellissimo; ma quando a incontrarsi sono loro due, il serbo e lo spagnolo, è difficile assistere a una bella partita. Le finali che sinora hanno contrapposto i nuovi signori della racchetta, insomma, non sono state certo memorabili, e allora viene da chiedersi: il tennis dei prossimi anni sarà più noioso? In attesa di essere smentiti dallo spettacolo, il dubbio è (purtroppo) legittimo.

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