06 luglio 2011

La stangata di Silvio

Il problema della manovra Tremonti non è ciò che è stato tolto (la norma salva Mondadori), ma ciò che è rimasto. Ovvero un'aumento dell'imposta di bollo sul deposito titoli, una vera stangata sulla testa dei piccoli risparmiatori che il Fatto Quotidiano riassume così:
Il provvedimento inserito nella manovra appena varata dal governo prevede che questa particolare gabella passi dagli attuali 34,20 euro all’anno fino a 120 euro. È solo un primo passo: dal 2013 l’imposta diventerà di 150 euro per i depositi fino a 50 mila euro e di 380 per i dossier con titoli di valore superiore. È una novità di carattere regressivo, concludono gli esperti. Nel senso che il peso del prelievo diminuisce man mano che aumenta la consistenza del patrimonio gestito. Più chiaro ancora: si tratta di una patrimoniale, ma al contrario: chi più ha meno paga. Nell’ipotesi estrema, ma neppure troppo, che un risparmiatore abbia un deposito titoli del valore di 10 mila euro tutti investiti in Bot a un anno, buona parte del rendimento dei titoli verrebbe assorbito dalla nuova maxi-imposta di bollo.
L'avesse introdotta Visco nella scorsa legislatura, dalle parti del centrodestra avrebbero urlato al comunismo imperante. Oggi è il governo Berlusconi a inventarsi questa follia, dopo aver ripetuto - dal 1994 a oggi - che è la sinistra a mettere le mani nelle tasche degli italiani, e che loro non l'hanno mai fatto. Per comprendere la portata della misura, leggete quanto ha scritto Franco Bechis su Libero (un quotidiano, fino a prova contraria, non particolarmente ostile al governo):
La stangata di Tremonti su quel bollo è di fatto una vera e propria patrimoniale sulla ricchezza finanziaria delle famiglie come non aveva mai osato immaginarla nemmeno un Nichi Vendola. Agisce naturalmente anche su azioni e obbligazioni (per cui valgono i calcoli del Btp, difficilmente il rendimento è superiore al 5%), si unisce all’aumento parallelo della tassazione sui guadagni di borsa (capital gain) dal 12,5% al 20%. Così se fino a ieri l’Italia era il paese più conveniente per la tassazione delle rendite finanziarie, improvvisamente è diventata il paese meno conveniente con un tax rate effettivo oscillante intorno al 40 per cento. Ed è assai peggio di una patrimoniale vera sulle ricchezze finanziarie, perché colpisce indistintamente i guadagni e le perdite e non ha alcuna progressività. Tu perdi i tuoi risparmi e sei trattato dal fisco italiano esattamente come se guadagnassi vagonate di euro. Non c’è un paese al mondo in cui sia stato varato un sistema simile.