14 ottobre 2011

La versione dei radicali

Il Pd non ne può più dei deputati radicali, rimasti in aula per ascoltare le comunicazioni del premier. Per quanto mi riguarda, invece, il punto di vista di Emma Bonino e co. è abbastanza convincente:
I parlamentari della delegazione radicale hanno da parte loro deciso di essere presenti per rispetto del ruolo istituzionale del Presidente del Consiglio ritenendo che chi si candida a governare dovrebbe fare altrettanto soprattutto in un Paese dove da sessant’anni – e oggi ancor di più – si violano costantemente i principi fondamentali dello Stato di Diritto.

[...] Questa storia di uscire dall’aula quando entra Berlusconi, per il cui governo le delegazioni radicali di Camera e Senato non hanno mai votato la fiducia, ricorda troppo quando l’unità nazionale del fascio partitocratico degli anni ‘70 disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante. Ma i voti dell’MSI andavano però benissimo quando si trattava di eleggere i Presidenti della Repubblica o spartirsi la torta del finanziamento pubblico dei partiti. Quando tutti uscivano dall’aula perché parlava Almirante, i quattro deputati radicali rimanevano ai loro posti ad ascoltare, loro che erano gli unici a denunciare le leggi di spesa alimentatrici del debito pubblico votate al 90%, tutti assieme, MSI compreso.