Il Pd non ne può più dei deputati radicali, rimasti in aula per ascoltare le comunicazioni del premier. Per quanto mi riguarda, invece, il punto di vista di Emma Bonino e co. è abbastanza convincente:
I parlamentari della delegazione radicale hanno da parte loro deciso di essere presenti per rispetto del ruolo istituzionale del Presidente del Consiglio ritenendo che chi si candida a governare dovrebbe fare altrettanto soprattutto in un Paese dove da sessant’anni – e oggi ancor di più – si violano costantemente i principi fondamentali dello Stato di Diritto.[...] Questa storia di uscire dall’aula quando entra Berlusconi, per il cui governo le delegazioni radicali di Camera e Senato non hanno mai votato la fiducia, ricorda troppo quando l’unità nazionale del fascio partitocratico degli anni ‘70 disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante. Ma i voti dell’MSI andavano però benissimo quando si trattava di eleggere i Presidenti della Repubblica o spartirsi la torta del finanziamento pubblico dei partiti. Quando tutti uscivano dall’aula perché parlava Almirante, i quattro deputati radicali rimanevano ai loro posti ad ascoltare, loro che erano gli unici a denunciare le leggi di spesa alimentatrici del debito pubblico votate al 90%, tutti assieme, MSI compreso.