06 febbraio 2012

Buon compleanno Dickens

Il bicentenario della nascita di Charles Dickens cade domani, 7 febbraio. I giornali italiani, però, lo celebrano oggi. Sul Foglio c'è uno splendido ritratto di Mariarosa Mancuso: "Dickens - scrive la Mancuso - non piace ai romanzieri realisti che vengono dopo di lui, perché pensa al romanzo come a una macchina che tutto macina, magari imperfetta e sporca ma trionfante. [...] Dickens piace anche meno ai romanzieri modernisti, nemici del narratore onnisciente e innamorati del flusso di coscienza. Nessuno più di loro ha gettato fango sui colpi di scena: il monologo interiore non li ha (ma è appunto per questo che ci buttiamo sui romanzi per un po’ di felicità quando siamo in fase rimuginativa)".

Europa intervista invece la trisnipote dello scrittore, Lucinda Anne Dickens Hawksley: "Il mio prozio adorava camminare - racconta - e poteva farlo per ore e ore. Non solo di giorno ma anche di notte. Soffriva infatti d’insonnia soprattutto quando lavorava sulle trame dei suoi libri e non riusciva ad andare avanti. Allora sbatteva la porta di casa alle spalle e se ne andava per le vie di Londra per schiarirsi le idee".

Il Corriere della Sera si affida infine alla penna di Claudio Magris. Premessa: in Inghilterra il ministro della cultura ha regalato a tutti i colleghi un romanzo dickensiano ad hoc, e il premier David Cameron ha ricevuto "Tempi difficili" e "Grandi speranze". Magris si chiede cosa regalare a Mario Monti, e sceglie "David Copperfield": anche qui, scrive, si parla di "una vita immersa in tempi e condizioni difficili e animata da grandi speranze, termini che fanno più immediatamente pensare ad una situazione politica". Ma l'autentica politica, nel senso più alto,
trascende se stessa e la propria specificità professionale; si occupa e preoccupa della Polis, della Città, ossia della vita degli individui, in cui i problemi politici generali - la libertà, l'economia, la sicurezza, la pace, la giustizia - si intrecciano alle vicende personali, alla felicità o infelicità quotidiana, alla possibilità o difficoltà di coltivare interessi e appagare sentimenti e desideri, di formarsi una famiglia, di vivere con più o meno gioia, di leggere, divertirsi, passare serate di festa bevendo qualche buon bicchiere, guardare il mare.