27 febbraio 2012

WikiLeaks e le mail della Stratfor

Cinque milioni di mail spedite dal quartier generale texano della Stratfor, compagnia di analisi geopolitica fondata nel 1996 da George Friedman: è questo l'ultimo colpo di WikiLeaks, che ha messo le mani su una serie di messaggi inviati tra luglio 2004 e dicembre 2011. "The material - si legge nel comunicato - shows how a private intelligence agency works, and how they target individuals for their corporate and government clients".

Alcuni documenti riguardano Israele e la guerra fredda con l'Iran. In particolare, scrive Haaretz, lo Stato ebraico avrebbe già condotto alcune operazioni contro le installazioni nucleari iraniane: "Some of the Stratfor analysts expressed the opinion that Israel had sent commandos into Iran, perhaps with the assistance of Kurdish fighters or Iranian Jews who had immigrated to Israel, to carry out these operations".

Molto altro lo scopriremo nei prossimi giorni sulle pagine di Repubblica e L'Espresso (che ancora una volta figurano tra i media partner di WikiLeaks). Il settimanale, sul suo sito, anticipa qualcosa e spiega che cos'è la Stratfor:
E' definita 'the shadow Cia'. L'ombra della Cia. E come la più famosa agenzia di spionaggio del mondo è americana. Ma non è un ente governativo. Si chiama 'Stratfor'. E' un'azienda privata, che vende e compra informazioni destinate a clienti ricchi e potenti. Governi, grandi aziende e multinazionali di tutto il pianeta. [...] Leggendo le comunicazioni interne, Stratfor ne esce come un'azienda che ha fonti di alto livello, dall'Fbi fino ai circoli di Washington, come testimonia uno scambio con l'ex consigliere di Bush, Karl Rove. Le informazioni più sensibili sono quelle che si trovano nella 'secure list'. Non tutti gli analisti di Stratfor vi hanno accesso: è la lista di messaggi in cui si discute delle informazioni più delicate e che, nella maggior parte dei casi, non vanno pubblicate sui bollettini acquistati in abbonamento dai clienti dell'azienda. Quando gli analisti viaggiano all'estero chiedono al loro dipartimento tecnico interno di escluderli da questa lista, per ragioni di sicurezza.