06 agosto 2012

La ferita del piccolo Andy Murray

Nel giorno in cui Murray è finalmente diventato grande, ho scoperto una ferita nell'infanzia del piccolo Andy. Nato a Glasgow nel 1987, il tennista è cresciuto a Dumblane, una cittadina di ottomila abitanti al centro della Scozia. Nel 1996, Andy e il fratello maggiore Jamie frequentavano la scuola elementare di Doune Road. La mattina del 13 marzo uno squilibrato - Thomas Hamilton - fece irruzione nell'edificio armato di quattro pistole: sparò all'impazzata, uccise sedici bambini e un insegnante; poi si suicidò (qui la cronaca del Corriere). Andy e il fratello riuscirono a salvarsi nascondendosi in una classe vuota: "Murray - specifica Wikipedia - says he was too young to understand what was happening and is reluctant to talk about it in interviews, but in his autobiography Hitting Back he states that he attended a youth group run by Hamilton, and that his mother gave Hamilton lifts in her car".

Oggi molti giornalisti hanno riesumato quella vecchia storia. Marco Imarisio, sul Corriere della Sera, l'ha fatto per commentare l'abbraccio tra il tennista e un piccolo fan, pochi minuti dopo la vittoria dell'oro olimpico sul centrale di Wimbledon:
Le cose belle accadono spesso per caso. Andy Murray - scrive Imarisio - ha scelto il modo migliore per festeggiare un oro olimpico che significa molto più di una medaglia. Dopo le lacrime con mamma e amici, ha visto un bambino sconosciuto che lo chiamava dalla tribuna. "Andy, sono qui". Lui è tornato indietro, d'istinto. E lo ha abbracciato, tenendolo stretto. In molti hanno pensato a quella faccenda lontana e impossibile da dimenticare. Lui, di sicuro. Il bambino ha più o meno l'età che avevano i suoi sedici compagni di scuola che il 13 marzo 1996 vennero ammazzati in classe con la loro maestra alla Primary school di Dumblane da un capo scout impazzito. Andy non ne parla volentieri. Dopo ogni vittoria, che sia il primo turno del più scalcinato torneo o la finale di Londra 2012, manda un saluto al cielo. In modo discreto, di nascosto. Quasi che si vergognasse di mostrare la ferita che si porta dentro da allora, forse c'entra qualcosa il senso di colpa che tocca ai superstiti di una strage.