Sul NME c'è la classifica delle 100 migliori canzoni Britpop. Ci sono tanti pezzi dei Blur, degli Oasis, dei Suede, dei Super Furry Animals. Ma i vincitori sono i Pulp con Common People:
#10
Pulp
Sorted For E's & Wizz (1995)
#9
Suede
Animal Nitrate (1993)
#8
Black Grape
Reverend Black Grape (1995)
#7
Oasis
Supersonic (1994)
#6
Blur
End Of A Century (1994)
#5
McAlmont & Butler
Yes (1995)
#4
Elastica
Connection (1994)
#3
Oasis
Cigarettes & Alcohol (1994)
#2
Blur
Girls & Boys (1994)
#1
Pulp
Common People (1995)
Quanto ai dati di vendita, non c'è storia. I campioni del Britpop sono stati gli Oasis: Wonderwall, 999.800 copie; Don't Look Back In Anger, 761.900 copie; D'You Know What I Mean?, 710.300 copie. Seguono i Blur (Country House, 645.000 copie) e poi ancora Oasis: Whatever, 594.300 copie; Roll With It, 563.200 copie; Some Might Say, 490.900 copie. E poi, finalmente, arriva Common People dei Pulp (332.600 copie).
Bella anche la ricostruzione dell'ascesa del Britpop, con alcune date fondamentali. Tutto inizia il 30 marzo 1992, quando i Blur pubblicano Popscene; il 25 aprile "Melody Maker" dedica la copertina ai Suede, che di lì a poco pubblicano il singolo The Drowners; a luglio, Blur e Suede suonano insieme a Londra. Nel 1993 escono l'album d'esordio dei Suede e Modern Life Is Rubbish dei Blur; nello stesso anno, il 31 maggio, Alan McGee vede suonare gli Oasis a Glasgow e li ingaggia. Il resto è davvero storia, fino all'apice dell'estate 1996 quando i fratelli Gallagher suonano a Knebworth Park di fronte a 250mila persone (qui il concerto integrale).
Proprio quelle due serate a Knebworth, secondo Tom Howard, segnano il punto più alto e allo stesso tempo la morte del Britpop: "Un anno più tardi uscì Be Here Now, terzo album della band, e divenne il simbolo di tutto quello che nel Britpop c'era di sbagliato. Troppa droga. Nessun controllo della qualità". A uccidere il movimento, per Liam Gallagher, è stata invece la recente collaborazione tra suo fratello Noel e Damon Albarn.