08 febbraio 2009

Caso Englaro: quanto è isolato Fini?

Fini isolato? Non secondo la rivista online della sua fondazione, "Fare Futuro".

Dicono, Gianfranco Fini è isolato. Lo ripetono fino alla nausea, ma come, non vedi, è l´unico, è il solo a dire queste cose. Non può fare così. Qualche blog ripete la solita cantilena del tradimento della Destra eterna, dei Valori, della Famiglia, della Vita. Anche Vittorio Feltri su Libero, concedendo da un lato al presidente della Camera «la dignità della posizione», dall´altro ne descrive l´isolamento politico rispetto alle scelte del Cavaliere: «In un colpo solo Silvio - scrive Feltri - che in chiesa ci va poco perché non può accomodarsi nel tabernacolo, ha conquistato tutti gli anticomunisti, tutti i cattolici, tutti i preti di ogni grado, tutti quelli cominciavano a dubitare dei suoi muscoli. A Fini non sono andati dietro neppure i suoi...».E così elencano i ministri di An, vedi, lo hanno abbandonato tutti, ha preso un´altra strada. Eppoi, la lunga fila di deputati fino ai consiglieri comunali. E allora, per un secondo, viene da chiedersi: ma forse è proprio vero che è isolato? Ed è anche isolato chi, come lui, pensa in tutta sincerità che possa esistere una destra - come si domandava Filippo Facci qualche tempo fa - dei distinguo? Che non sia clericale. Che sia garantista. Non corporativa. Laica, insomma. Che non viva la propria missione politica in un´eterna barricata tra pensiero forte (quale esso sia) e pensiero debole. Una destra - verrebbe da dire - delle buone maniere e del senso comune, umilmente (e garbatamente) politica. Isolato, quindi. Isolati.


Eppure, se si vanno a leggere i sondaggi si osserva un paese più complesso. Un paese sempre molto diverso dalla politica e da ogni gerarchia. E i risultati, tra l'altro, non mostrano grandi differenze anche se si guarda alle preferenze politiche degli intervistati. Trasversalmente complesso. Per rimanere al caso di Eluana, il sondaggio della Ipr Marketing dice che il 61% è favorevole a interrompere alimentazione e idratazione della ragazza in coma da 17 anni; che solo il 26% esprime contrarietà e il 13% non ha un'opinione in merito, a testimonianza che anche il dubbio ha un suo spazio in questa drammatica vicenda. Dal punto di vista politico, non c'è praticamente differenza: gli elettori di centrodestra e quelli di centrosinistra sono favorevoli all'interruzione in percentuali pressoché identiche (62% e 63%). Risultati identici per quanto riguarda il concetto di "terapia medica" riferibile o meno all'alimentazione e all'idratazione di una persona nelle condizioni di Eluana. Per il 61%, in questo caso, si tratta di terapie mediche che, quindi, possono essere sospese. Il 27% la pensa diversamente e il 12% non ha opinione. Senza entrare nel merito, nel giusto e sbagliato, nei dibattiti teologici e filosofici, nelle certezze di integralisti laici e religiosi, il sondaggio dimostra, allora, che la sensibilità di Gianfranco Fini non è affatto isolata nella società e, anche, nella destra diffusa: la destra di chi vota, riflette, sceglie senza stare troppo a pensare agli schieramenti dovuti, a lobby di riferimento, a prezzi da pagare. La destra che non milita. E se qualcuno può pensare che quei sondaggi non sono veritieri, forse dovrebbe andare a parlare con i tanti individui che compongono questa destra "normale" di un paese "normale": persone in carne e ossa che si interrogano, hanno dubbi, criticano, si arrabbiano e poi, magari scelgono. Persone che capiscono la tragedia, che seguono il dibattito umano, meno quello politico. Magari hanno torto, tutte queste persone. Non è questa la sede per discuterne. Ma una cosa è certa: Gianfranco Fini è l´unico, a destra, che in questo momento sta rappresentando quei milioni di italiani, cittadini, che votano a destra, che si sentono di destra, ma che non ce la fanno a fare di questa tragica vicenda una battaglia ideologica. No, Fini non è affatto da solo.

Filippo Rossi
(C) Fare Futuro Web Magazine