17 maggio 2009

Alla Fiera del Libro di Torino c'è Tariq Ramadan ma non Yoani Sanchez

“Io, gli altri”: è questo il tema della XXII edizione della Fiera Internazionale del Libro di Torino (Lingotto Fiere, 14-18 maggio), appuntamento irrinunciabile per gli amanti della letteratura. Una fiera che – causa crisi internazionale – si annunciava sottotono: ma a risentirne, racconta Baudino su “La Stampa”, sono stati più che altro buffet e tartine. Esente dai tagli è risultato invece il programma, ancora una volta ricchissimo: 1400 espositori e 53 “firme” in più rispetto all’anno precedente.

Obiettivo: per Rolando Picchioni, presidente della Fiera, è quello di battere il record dei 300.000 visitatori del 2008. In linea con le edizioni passate risulta anche il format (in attesa del 2010, quando la Fiera tornerà a chiamarsi “Salone”): incontri con gli autori, lezioni, tavole rotonde, spettacoli. E un Paese ospite: dopo Israele, con tutte le polemiche che seguirono, tocca all’Egitto.

Ad aprire le danze, giovedì, sono state due “istituzioni”. Sul fronte politico, il presidente della Camera Gianfranco Fini: per lui un bagno di folla – culminato con una sosta allo stand del ministero della Difesa, dove si è collegato in videoconferenza con il Cadmis College di Naqoura (Libano) – e un discorso inaugurale alla presenza del sindaco Chiamparino. “La conoscenza, la cultura i libri favoriscono la costruzione di un mondo più libero e solidale” ha detto Fini, “contro ogni forma di razzismo, antisemitismo, xenofobia e integralismo”. Il presidente ha parlato poi dell’Egitto, ospite della manifestazione, definendolo un Paese “strategico per il processo di pace in Medio Oriente, fortemente impegnato nel garantire il dialogo inter-palestinese”.

Sul piano culturale, invece, l’istituzione è stata Umberto Eco, protagonista di una lectio magistralis in compagnia del francese Jean-Claude Carriére, sceneggiatore e coautore del saggio “Non sperate di liberarvi dei libri” (Milano, Bompiani 2009). Un successo annunciato: oltre 600 persone hanno assistito all’evento, segnato dall’elogio dell’oggetto-libro e dallo scetticismo del semiologo verso le nuove tecnologie. “Nell’e-book io vorrei che si salvasse la possibilità di bagnarsi il dito” ha auspicato ironicamente Eco, “una soddisfazione orale che risale all'infanzia: forse leggiamo libri perché non abbiamo più il ciuccio”.

E poi, via con il fiume di eventi organizzati dagli editori – sollevati dagli ultimi dati presentati dall’Aie (Associazione Italiana Editori), secondo cui nel 2008 il settore libri ha tenuto bene. Difficile districarsi tra le proposte: si va da grandi narratori del calibro di David Grossman e Salman Rushdie (che presenta il nuovo romanzo “L’incantatrice di Firenze”, Milano, Mondadori 2009) al nobel turco Orhan Pamuk, dai thriller di Jeffery Deaver e Giorgio Faletti (con l’attesissimo “Io sono Dio”, fresco di stampa per i tipi di Baldini Castoldi Dalai) all’enfant prodige Paolo Giordano.

Di grande interesse è poi il fronte della saggistica. Nei cinque giorni della manifestazione sono sfilati (e sfileranno) Rita Levi Montalcini (“Cronologia di una scoperta”, Milano, Baldini Castoldi Dalai) e Claudio Magris, il professor Donald Sassoon (autore – con “La cultura degli europei. Dal 1800 a oggi”, pubblicato da Rizzoli – di uno degli studi più sorprendenti degli ultimi anni) e il celebre antropologo francese Marc Augè (“Elogio della bicicletta”, Torino, Bollati Boringhieri). Presente all’appello, dopo il rifiuto dello scorso anno in segno di protesta contro Israele, anche il controverso intellettuale islamico Tariq Ramadan.

Vasto anche il parterre degli autori-giornalisti, le cui presentazioni sono l’occasione per discutere di politica e attualità. Se il fondatore di “La Repubblica” Eugenio Scalfari tiene una lectio magistralis dal titolo “La modernità, nascita, fulgore, declino”, il neo direttore de “La Stampa” Mario Calabresi presenta (con Sergio Marchionne) il suo nuovo libro sull’America di Obama nella crisi globale (“La fortuna non esiste”, Milano, Mondadori 2009), frutto dell’esperienza in qualità di corrispondente dagli Stati Uniti per “La Repubblica”. Atteso è poi l’incontro con Enrico Mentana, che racconta la sua “Passionaccia” (Milano, Rizzoli 2009).

Ospite d’onore della Fiera è la cultura egiziana. In concomitanza con la grande mostra sui “Tesori sommersi” ospitata dalla Reggia della Venaria Reale, al Lingotto intervengono archeologi ed egittologi come il leggendario Zahi Hawass. Per quanto riguarda la scena letteraria del Cairo, i visitatori potranno scoprire le pagine più belle del Nobel Naguib Mahfouz e di Al Aswani, esponente di punta del movimento d’opposizione egiziano Kifaya, divenuto celebre in Europa col romanzo “Palazzo Yacoubian” (Milano, Feltrinelli 2006). Come per Israele, anche quest’anno la scelta del Paese ospite ha suscitato polemiche: molti degli stessi protagonisti del boicottaggio alla Fiera 2008, infatti, hanno fatto notare come l’Egitto non sia certo un campione nel rispetto dei diritti umani. Rispetto al can can mediatico di un anno fa, comunque, le proteste sono state più contenute.

Più che l’Egitto, infatti, a far parlare di sé in relazione ai diritti umani è la blogger cubana Yoani Sanchez (“Cuba libre. Vivere e scrivere all’Avana”, Milano, Rizzoli 2009). La storia è semplice: invitata alla fiera per presentare il suo libro, la donna si è vista negare dal governo castrista il visto per l’espatrio. Intervistata da “La Stampa”, l’autrice ha raccontato così l’alt governativo: “Negli ultimi sei mesi mi hanno negato il permesso di espatriare tre volte: è un castigo, la loro risposta al blog”. Rizzoli, comunque, non demorde e ha scritto una lettera aperta a Raùl Castro (firmabile anche sul sito della fiera) per chiedere al dittatore di lasciar partire la Sanchez. Un tentativo in extremis per ospitare uno degli invitati più coraggiosi della Fiera Internazionale del Libro 2009.

L'Occidentale