25 giugno 2009

L'Iran di Hitchens

Amo Christopher Hitchens: dice le cose come stanno, senza fronzoli. Sul "Corriere della Sera" di oggi ci parla dell'Iran, dell'odio del regime per gli inglesi e della miopia di Barack Obama (sembra proprio che la luna di miele tra la stampa occidentale e il neopresidente sia definitivamente finita, ma questa è un'altra storia). Di seguito, gli highlights dell'editoriale di Hitchens (la versione integrale dell'articolo, per chi non avesse comprato il Corsera, sarà disponibile domani nell'archivio online del quotidiano).

"Una spia del sottosviluppo iraniano è senz'altro la cultura del sospetto e della paranoia che scarica tutte le responsabilità dei mali del Paese sull'intervento di vari demoni e satana". Khamenei, però, "evidentemente non sa nemmeno che che la teoria del complotto è da tempo diventata una barzelletta tra i suoi concittadini": l'odio verso gli inglesi, infatti, nasce da un romanzo satirico - "Mio zio Napoleone" - di Iraj Pezeshkzad, "che descrive l'esistenza ridicola, e in ultima analisi odiosa, di un membro della famiglia, convinto sostenitore della teoria del complotto inglese". Il romanzo, pubblicato nel 1973, è diventato poi una serie televisiva di successo, messa al bando - insieme al libro - dopo il 1979. Risultato: la teoria del complotto è diventata una religione di Stato e di recente Ahmad Jannati, appartenente al Consiglio dei guardiani, "ha annunciato che gli attentati alla metropolitana di Londra del 7 luglio 2005 sono stati organizzati dallo stesso governo inglese".

Passando al governo Obama, "vuole prendere una posizione non interventista? Bene, che la prenda pure. Ma non ha senso chiamare Khamenei con il termine ossequioso di 'leader supremo', e l'Iran con il titolo tirannico di 'Repubblica islamica'. State attenti però, perchè questo non impedirà ai teocrati di accusarvi comunque di ingerenza. Sappiate che prima o poi dovrete fare i conti con i giovani democratici iraniani che hanno rischiato la vita nella battaglia e spiegar loro che cosa stavate facendo, mentre venivano massacrati e soffocati con i gas lacrimogeni". Nel suo discorso d'insediamento, Obama si rivolse ai dittatori dicendo che stavano dalla parte sbagliata della storia: così, però, rischiamo di finirci pure noi.

Conclude Hitchens: "La coesistenza con una teocrazia totalitaria e nuclearizzata in Iran è impensabile anche nel breve termine. I mullah, questo, lo capiscono perfettamente. Perchè noi no?". Aggiungo che l'ha capito benissimo anche Israele. Obama ci ha provato, e ha fatto bene: ma da Teheran, ad oggi, ha ricevuto solo porte in faccia e umiliazioni. Yes we can, ma non sempre e non con tutti.