17 novembre 2009

Un isolotto per gli ebrei / 2

Dopo le anticipazioni del "Corriere", oggi tocca al "Giornale" riportare alcuni estratti dai diari di Claretta Petacci. Ecco altre carinerie di Mussolini nei confronti degli ebrei:
Questi porci di ebrei, un popolo destinato ad essere trucidato completamente. Sai, noi che siamo per loro? Cani, così ci chiamano: ... , che vuol dire cani. Non hanno una terra perché non la vogliono, preferiscono sfruttare questi cretini che li ospitano. Traditori, si rivoltarono contro il popolo che li aveva ospitati e protetti. Puah! (18/4/1938)

Loro devono fare la loro vita, commercio e basta, senza invadere i nostri campi. Guarda quanti professori, quanti insegnanti. No, troppo. Hanno la pensione, non vanno sul lastrico. Devono fare come tutti gli stranieri che sono in Italia non hanno cariche, lavorano per conto loro. Lo scopo è purificare la razza e far lavorare gli ariani ai posti sfruttati da loro. Ti dà l’idea del mio razzismo il fatto che nel 1929, all’inaugurazione dell’Accademia, dichiarai che mai e poi mai si sarebbe fatto un accademico ebreo. E per risalire ancora nel 1923, quando nei miei discorsi li attaccavo ferocemente. (2/9/1938)

Ah, questi ebrei, li distruggerò tutti. Ora dicono che sono stato clemente perché Roosevelt in un suo messaggio mi avrebbe detto che, se non evitavo del male agli ebrei, lui avrebbe mandato via tutti gli italiani . Ah, per Dio! Se avessi ricevuto un simile messaggio, lo avrei stracciato in faccia all’ambasciatore. Ma intanto, vedi che roba. Sono stato buono, paziente. Non li ho colpiti troppo, e loro... Sono dei veri porci. Leggi, leggi qui. Canaglie... Ma io li ucciderò tutti, tutti. (9/10/1938)