26 febbraio 2010

Philip Roth e la delusione Obama / 2

Domenica 22 novembre ho pubblicato un post intitolato "Philip Roth e la delusione Obama", in cui riportavo estratti di un'intervista concessa dal grande romanziere americano a Debenedetti di Libero. Bene, oggi - grazie all'ottimo blog letterario "Lipperatura" di Loredana Lipperini, che cita un articolo apparso sul Venerdì di Repubblica - scopro che Roth non avrebbe mai parlato in quei termini di Obama. Anzi, non avrebbe mai parlato con alcun giornalista di Libero:
Ma io non ho mai detto una cosa del genere. E’ grottesco. Scandaloso. E’ tutto il contrario di quello che penso. Considero Obama fantastico. E trovo che l’attacco che gli stanno sferrando i repubblicani è molto simile a quello subito da Roosevelt al suo primo mandato. E’ la destra più stupida mobilitata da Sarah Palin. Agitano la bufala dell’atto di nascita che dimostrerebbe che è nato in Kenya. E trovano ascolto. Sotto c’è il problema della razza, della pelle. Sono molto seccato per queste dichiarazioni che mi vengono attribuite: non ho mai parlato con questo Libero. Smentisca tutto. Ora chiamo il mio agente.
Il finale è impagabile. Roth chiede all'intervistatrice italiana di tradurre "Libero" in inglese, poi commenta: "Vuol dire che questi sono liberi di fare tutto quelli che gli pare?". A questo punto, non resta che sentire cosa ha da dire il quotidiano milanese.

PS: della questione parlano in tanti, da Luca Sofri a Christian Rocca. Alberto Cane Blog va oltre ed è riuscito a recuperare l'intervista originale (qui la cache).