10 luglio 2010

Coe / I terribili segreti di un uomo ordinario

Il ritorno in libreria di Jonathan Coe, tre anni dopo “La pioggia prima che cada” (Feltrinelli, 2007), è all’insegna di un uomo di 48 anni, rappresentante di una ditta di spazzolini da denti, senza amici, separato e affetto da depressione cronica. C’è poco da stare allegri. Eppure Maxwell Sim - questo il suo nome - vive nella costante ricerca di un segno che possa dare una svolta alla sua vita. Può essere un inaspettato upgrading in business class, un incontro con un ex-collega, la vista di una donna cinese che gioca a carte con la figlia, sullo sfondo del porto di Sydney, o la storia incredibile del velista imbroglione Donald Crowhurst, salpato dalle coste inglesi per un lungo viaggio nel tunnel della follia. Eventi apparentemente slegati, riuniti dall’autore nella trama fitta de “I terribili segreti di Maxwell Sim” (Feltrinelli, 2010).

Come accade in ogni romanzo di Coe, la storia del protagonista porta con sé altre storie sorprendenti. Quella di Poppy, ragazza sbarazzina al soldo di una ditta che vende alibi a mariti infedeli, e quella di suo zio Clive, ossessionato dai naviganti. Quella di Chris, amico d’infanzia di Max, di sua sorella Alison e di due vacanze finite male. Quella di Miss Erith, una vecchina delusa dalla Inghilterra che la circonda, e di Emma, un navigatore satellitare di ultima generazione. Ma soprattutto la storia del padre di Max e di un amico misterioso, Roger Anstruther, che per lunghi anni ha inviato cartoline dall’estremo oriente, senza stancarsi mai. Intorno a loro c’è la società contemporanea, fatta di Facebook e di figli che crescono troppo in fretta, di crisi economica e di incapacità di comunicare, tutto sotto gli occhi di satelliti che non ci perdono mai di vista.

Intervistato da “Il Giornale”, Coe spiega: “Io amo sedermi in luoghi anonimi, come aeroporti e autogrill, e fantasticare sulle vite interiori delle persone in transito. Non scrivo mai di supereroi e vincenti. Li trovo ordinari”. Ecco, Maxwell Sim è la dimostrazione vivente che le storie più incredibili si celano spesso sul volto delle persone comuni. Dietro a una trama avvincente, ricca di colpi di scena (non sempre sorprendenti), l’autore ci invita a riflettere sulla nostra vita quotidiana nel vortice del ventunesimo secolo: siamo in grado di relazionarci con gli altri? Cosa significa, oggi, l’amicizia? Al lettore il compito di trovare le risposte, nascoste tra le pieghe di un libro che - senza mai toccare i vertici de “La famiglia Winshaw” o “La casa del sonno” - si rivela un ottima compagnia in vista delle ferie, per riflettere un po’ senza perdere il gusto del divertimento.

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