16 novembre 2010

Librandi: "I futuristi copiano i nostri temi, a Fini dovrò chiedere il copyright"

Gianfranco Librandi, segretario generale di Unione Italiana, è stato il primo ad annunciare la propria candidatura a sindaco Milano in vista delle prossime elezioni amministrative. Originario di Saronno, imprenditore affermato in Italia e all’estero, Librandi è sceso in campo per migliorare una città che ama molto e che, negli ultimi tempi, è stata troppo “trascurata”. In questa intervista ci parla dei suoi progetti, dei problemi di Milano, dei limiti della giunta Moratti, dei rapporti col Pdl (dal quale è fuoriuscito molto prima di Fini) e della sua fiera opposizione alla Lega Nord. Per concludere con un giudizio su Pisapia, candidato del centrosinistra, e con un pronostico sulla tanto chiacchierata discesa in campo di Gabriele Albertini.

Gianfranco Librandi, perché un imprenditore di successo come lei ha deciso di correre per la poltrona di sindaco di Milano?

Milano è la città dove lavoro, e quindi una città che ho sempre amato particolarmente, ma negli ultimi anni la vedo molto trascurata, poco amata, e quindi ho pensato che potrei dare un grande contributo per risolvere i problemi della città. Quello che ci vuole è la mentalità di un imprenditore che sappia concretizzare le varie sinergie, portando a termine gli obiettivi che ci si prefigge.

Lei ha esposto il suo programma in un libro, “Milano città libera”. Le chiederei però di riassumere le sue proposte più importanti per il futuro della città…

Prima di tutto vogliamo che Milano venga riconosciuta come città metropolitana: è una proposta che segue una legge precisa, ma che per vari motivi non è mai stata realizzata in nessuna parte d’Italia. La città metropolitana permetterebbe di convogliare le potenzialità delle varie periferie e dei paesi circostanti, dando una spinta più forte anche a tutte le attività centrali. Milano città metropolitana potrebbe legiferare senza dipendere dalla Provincia, dalla Regione e dallo Stato centrale, così da poter risolvere concretamente i problemi sul tavolo.

Altri progetti?

Vogliamo occuparci dei giovani e delle loro problematiche lavorative: a Milano ci sono tante università e tante scuole, ma non sono coordinate con le altre scuole europee e con le necessità vere del mercato del lavoro. C’è poi un grosso problema di traffico e un grosso problema di sicurezza: Milano andrebbe illuminata di più, per far sentire la gente più sicura e per rendere la città più vivibile. In questo momento ci sono delle zone dove è davvero difficile sentirsi sicuri. Queste sono alcune delle cose fondamentali che noi sosteniamo, poi chiaramente bisognerebbe parlare delle problematiche dei singoli quartieri…

Domenica è arrivata l’investitura ufficiale di Berlusconi: il Pdl ricandiderà Letizia Moratti. Quali sono, a suo parere, pregi e difetti dell’attuale sindaco e della sua giunta?

Letizia Moratti mi sembra un po’ distratta: l’anno scorso è stata in consiglio comunale tre volte, non mi sembra particolarmente innamorata della città. Per quanto riguarda le capacità sicuramente ci sono, è una persona di grande valore, ma probabilmente ha altre priorità: forse fa il sindaco per prestigio, perché la famiglia glielo chiede, non saprei... Per quanto riguarda la giunta, non ha saputo concentrarsi sui problemi di Milano proprio perché il suo capo (Letizia Moratti, ndr) non è concentrato: si susseguono riunioni in cui non si decide un bel niente, c’è una grande dispersione di tempo senza concretizzare soluzioni a favore della città.

Il prossimo sindaco di Milano dovrà occuparsi prima di tutto dell’organizzazione dell’Expo: a che punto siamo con i preparativi? E quali saranno le sue priorità, in caso di elezione?

Prima di tutto mi lasci dire che l’Expo è un rito che nasce già vecchio, io l’ho frequentato più volte in giro per l’Europa e ho visto che in molti posti non ha assolutamente funzionato. È una grande fiera ormai superata, tecnologicamente datata: questo è il primo problema dell’Expo, che la Moratti ha voluto contro Smirne senza calcolare bene quale impatto avrebbe avuto sulla città. Certo, ci sono anche aspetti postivi: potrebbe essere il momento giusto per cercare di risolvere tanti problemi di Milano, dalla viabilità alle strutture. Proprio in questi giorni si è sbloccata la questione dei terreni, dunque si potrà discutere meglio su come organizzarli cercando di evitare gli interessi personali.

Passerei al suo partito, Unione Italiana, incentrato sull’opposizione alla Lega Nord, sulla necessità di coesione nazionale e di dialogo con le forze politiche più responsabili. A un osservatore esterno balzano sicuramente all’occhio tratti comuni con l’UDC e Futuro e Libertà: perché non presentarsi con questi due partiti, anziché correre da solo?

Guardi, la risposta è questa. Prima di tutto Futuro e Libertà è nato dopo di noi, e molte volte mi sono anche indispettito perché usano i nostri temi. Anche noi arriviamo dal Pdl, abbiamo cercato di costruire dall’interno del Pdl e non ci siamo riusciti. Ci ritroviamo su molti argomenti, ma vogliamo evitare alcuni errori di quel partito: insomma, vogliamo essere il nuovo Pdl. Questo noi lo abbiamo detto un anno e mezzo fa, basta vedere il nostro sito, e adesso lo dice anche Fini: mi stanno chiamando da tutta Italia e mi dicono che dovrei chiedergli il copyright… Pensi che la proposta del tavolo di lavoro per indirizzare i giovani l’ho tirata fuori io quindici giorni fa, quando ho presentato il partito a Milano al Circolo della stampa, e Fli l’ha ripresa pari pari. Comunque io parlo e mi confronto con i finiani, e da un lato mi fa anche piacere che la pensino come me…

E della vostra opposizione alla Lega cosa ci dice?

Noi critichiamo molto la Lega, perché la Lega - scusi il gioco di parole - disgrega il Paese. Il primo punto del nostro manifesto politico è che noi siamo del Sud, del Centro e del Nord, e siamo orgogliosi di essere italiani. Combattiamo un partito che guarda solo agli interessi di alcune zone del paese.

Tornando alle prossime elezioni amministrative, da mesi si vocifera di una possibile discesa in campo dell’ex-sindaco Gabriele Albertini, magari per guidare Futuro e Libertà. Lei ci crede?

Penso che Albertini non abbia alcuna convenienza a scendere in campo, perché abbiamo visto i sondaggi e potrebbe arrivare al massimo al 30%: potrebbe scendere in campo solo per far perdere la Moratti, e non credo sia di suo interesse. Da solo non può sicuramente vincere, e non credo possa diventare il candidato del Pdl: dunque non capisco perché dovrebbe metterci la faccia… Però in politica si fanno anche delle scelte strane.

Ultima domanda. Alle primarie del centrosinistra Pisapia ha battuto Boeri, candidato del Partito Democratico. Che ne pensa?

Me lo aspettavo, credo che Pisapia sia il candidato più completo. Gli altri erano un po’ troppo “specifici”: c’è chi si occupa solo di questioni urbanistiche, chi solo di questioni giuridiche… Sì, per quanto mi riguarda Pisapia era il più convincente, anche se le sue proposte restano demagogiche e teoriche: vuole dare i soldi a tutti, voglio vedere dove andremo a prenderli...

L'Occidentale