16 novembre 2010

Vieni via con me/ Mafia in Lombardia, amore e morte: Fazio e Saviano volano oltre i 9 milioni


Settimana scorsa c’era la novità, e (scusate se è poco) Roberto Benigni: insomma, un successo annunciato. Ma che la seconda puntata di “Vieni via con me” potesse tenere incollati davanti al televisore oltre 9 milioni di italiani (30.21% di share) era difficile da immaginare. Il boom iniziale, insomma, si è serializzato: complimenti a Fazio e Saviano, e complimenti a Rai Tre. Esauriti i convenevoli, passiamo al programma: lo schema è sempre quello, elenchi alternati a monologhi (più o meno riusciti) e inserti musicali. Per quanto riguarda gli elenchi, grande attesa per i valori della destra e della sinistra: leggono Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani; più sciolto il primo, più ingessato il secondo, deludono entrambi. E chiariscono definitivamente come le categorie di “destra” e “sinistra” siano – fortunatamente – superate, e del tutto incapaci di ingabbiare il mondo globalizzato.

Il punto più basso della puntata, però, si tocca con Paolo Rossi: il comico, che prende idealmente il posto già occupato da Roberto Benigni, delude con un monologo sconclusionato. Molto meglio, in chiusura, Cetto La Qualunque (Antonio Albanese): occhiali da sole, petto in fuori, il “politico” calabrese arringa i suoi elettori sull’Italia reale contro quella dei sogni rappresentata in “Vieni via con me”. Esilarante quando si rivolge a “Bobbo Saviano lo scrittore di fiabe”, dandogli un suggerimento per il prossimo libro: “Ti regalo il titolo: ‘Fatti i cazzi toi’”. E se la prima puntata dello show è stata interamente egemonizzata da Roberto Benigni, questa volta anche Fini e Bersani passano in secondo piano di fronte al piatto forte della serata: non è un ospite, ma è lo stesso Saviano.

L’autore di “Gomorra” si esibisce in due monologhi. Il primo parte delle origini delle tre mafie per concentrarsi poi sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel milanese e in Lombardia, con l’aiuto determinante della politica locale. Ma il secondo, il più bello, con la mafia non ha nulla a che fare: Saviano racconta l’incredibile storia d’amore di Mina e Piergiorgio Welby, e della loro lotta – a fianco dei Radicali – contro l’accanimento terapeutico. In studio anche Peppino Englaro, che ha letto “le cose che so di mia figlia Eluana”, e Mina, che ha raccontato – sempre sotto forma di elenco – le ultime parole e le ultime volontà del marito, venuto a mancare il 20 dicembre 2006. A vincere, nella seconda puntata di “Via con me”, sono stati l’amore e l’emozione. E anche la politica è passata in secondo piano.

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