14 dicembre 2010

Due parole sulle manifestazioni

Tralascio ogni commento su Roma devastata, perché potrei essere volgare: più volte ho detto cosa penso di certe manifestazioni, e non mi ripeto. Vorrei però segnalare una notizia ripresa dall'ottima diretta di Repubblica.it:
16.01 - Un automobilista è morto, per infarto al miocardio, mentre attendeva in fila il passaggio del corteo di protesta di circa tremila tra studenti che hanno sfilato per le vie di Catania in segno di protesta contro il governo e il ddl Gelmini. L'episodio è avvenuto nei pressi di piazza dei Martiri della libertà. In segno di solidarietà, sottolinea il Movimento studentesco catanese, i manifestanti hanno immediatamente sciolto il corteo. I manifestanti e i promotori della protesta hanno espresso ''condoglianze e piena vicinanza alla famiglia'' della vittima della tragedia'' e ''profondamente addolorati per l'immane tragedia'' hanno annunciato ''la sospensione di ogni protesta studentesca per i prossimi giorni in segno di lutto''.
Quando si blocca una città, nella maggior parte dei casi, si creano disagi a persone che vanno e vengono dal lavoro. Gente a cui, legittimamente, non frega nulla della riforma universitaria. In altri casi, come a Catania, i disagi possono finire in tragedia. Morale? Ci sono libertà che valgono più degli interessi degli studenti: la libertà di muoversi liberamente in città, la libertà di prendere un treno senza binari occupati, la libertà di prendere i propri figli a scuola senza incappare nei sanpietrini volanti, la libertà di non pagare con le nostre tasse milioni di danni provocati da qualche black bloc deficiente.

Ma ai black bloc non faranno nulla, e i danni li pagheremo noi: come sempre.