02 dicembre 2010

Il mio nome è Assange, agente del Mossad

Da giorni WikiLeaks pubblica documenti riservati provenienti dalle ambasciate americane sparse per il mondo. Tutti commentano, cercano i propri amici e nemici, soffrono in silenzio sperando che non esca questa o quella rivelazione. Molti, c'è da scommetterci, ucciderebbero Julian Assange con le proprie mani. Eppure mancava qualcosa: nessuno aveva ancora denunciato un complotto israeliano dietro la pubblicazione dei documenti. Poi - come scrive il sito di Repubblica - è arrivata la Turchia (e ora siamo più tranquilli):
La Turchia sospetta la mano di Israele dietro la divulgazione dei documenti riservati della diplomazia Usa attraverso Wikileaks, o almeno dietro la selezione che ne è stata fatta. Lo sostengono oggi alcuni media online israeliani come Ynet, citando affermazioni attribuite a Huseyin Celik, numero due del partito di governo turco che fa capo al premier Recep Tayyp Erdogan. Per capire chi c'è dietro la pubblicazione dei file "bisogna vedere quali sono i Paesi soddisfatti e Israele è rimasto molto soddisfatto", ha notato Celik durante una conferenza stampa. Fra gli obiettivi dell'operazione - ha poi aggiunto - ci sarebbe "la volontà di destabilizzare il governo turco", alle prese da diversi mesi con una grave crisi di rapporti con l'ex alleato strategico israeliano. Ynet cita inoltre le parole del presidente turco, Abdullah Gul, secondo cui la scelta e la diffusione dei documenti di Wikileaks sarebbe stata gestita in modo "ben strutturato".