06 maggio 2013

Quando la Fallaci intervistò Andreotti

Lui parlava con la sua voce lenta, educata, da confessore che ti impartisce la penitenza di cinque Pater, cinque Salve Regina, dieci Requiem Aeternam, e io avvertivo un disagio cui non riuscivo a dar nome. Poi, d’un tratto, compresi che non era disagio. Era paura. Quest’uomo mi faceva paura.

Inizia così l'intervista di Oriana Fallaci a Giulio Andreotti, realizzata a Roma nel 1974 e pubblicata nel volume Intervista con la storia. Un lungo dialogo che vede protagonisti una grande scrittrice e una colonna della politica italiana del dopoguerra. Tra i fiumi d'inchiostro che verranno versati nei prossimi giorni per ricordare il Divo, vale la pena rileggersi anche questo lungo articolo di 40 anni fa (e in particolare l'introduzione della scrittrice, prima che partano le domande vere e proprie). Perché pochi erano in grado di inquadrare un personaggio come la Fallaci.

Ci comanda da circa trent’anni, cioè da quando ne aveva venticinque. Continuerà a comandarci in un modo o nell’altro, fino al giorno in cui gli impartiranno l’estrema unzione.