03 dicembre 2013

Gli amori di Oriana

La premessa è che Oriana Fallaci avrebbe odiato questa biografia scritta da Cristina De Stefano. Non per l'autrice in sé - che ha fatto un ottimo lavoro - ma semplicemente perché non avrebbe mai consentito ad altri di raccontare la propria vita. Detto ciò, il libro è uscito e si tratta della prima biografia di Oriana basata su materiali inediti, messi a disposizione dal nipote ed erede Edoardo Perazzi. Pensavo fosse difficile trovare qualcosa di nuovo da raccontare sulla Fallaci, dopo tutti i libri, gli articoli, le interviste, le mostre andate in scena dopo la sua morte. E invece mi sono dovuto ricredere, almeno in parte. Per quanto riguarda la Fallaci pubblica - ovvero la sua ascesa nel mondo del giornalismo e dell'editoria - in effetti non c'è niente di nuovo; la De Stefano è riuscita però a far emergere un lato inedito della scrittrice: quello dell'amore e della passione.

I grandi amori di Oriana sono stati almeno quattro. Il primo, alla fine degli anni cinquanta, è Alfredo Pieroni: "Lavora come corrispondente a Londra per un giornale che oggi non esiste più, La Settimana Incom illustrata". Una storia tormentata: lei è innamorata persa, per lui è una delle tante; lei scrive lettere e biglietti dolcissimi, lui non risponde mai. "Per la prima - e forse unica - volta in vita sua Oriana è del tutto vulnerabile. Verrà ferita profondamente, perdendo, nel corso di questa relazione, un figlio e quasi la sua stessa vita". Nel 1958, incinta, perde i sensi in un albergo di Parigi: viene operata d'urgenza, perde il bambino. Più tardi si lasciano e non parlerà mai di lui.

Poi c'è François Pelou. La storia è nota, perché il giornalista francese - direttore in Vietnam dell'Agence France-Presse - ha rilasciato interviste dopo la morte di Oriana. La storia dura qualche anno, ma lui è sposato e cattolicissimo: il divorzio è escluso. A proposito di Pelou, Oriana scrive: "Quest'uomo è la più bella scoperta umana che abbia fatto da adulta". Anni dopo lui rimpiange di non aver lasciato la moglie: "Oriana voleva davvero una famiglia, dei figli. Credeva nel simbolo dell'anello al dito. Se lo avessi fatto la sua vita sarebbe stata diversa".

Pelou è convinto che la Fallaci abbia intitolato Un Uomo il romanzo dedicato ad Alekos Panagulis solo per fargli un dispetto. Difficile dirlo. Dalla biografia della De Stefano, in ogni caso, il rapporto con l'eroe greco pare molto diverso rispetto a quello raccontato pubblicamente dalla Fallaci: è un amore cerebrale. In lui Oriana vede il simbolo del coraggio che insegue fin da piccola, quando militava tra le fila di Giustizia e Libertà. I due litigano tanto e stanno molto senza vedersi: negli ultimi mesi prima della sua morte in un incidente d'auto, "lui vive ad Atene, lei a New York. Se sta lontana da lui, può conservare di Alekos un'immagine ideale, frutto dei ricordi o della sua fantasia". Una volta morto, "può amarlo molto di più [...]. Ora che la ha consegnato per sempre alla leggenda, può farlo diventare l'uomo della sua vita".

L'amore più sorprendente è quello che sboccia negli anni ottanta per il giovane sergente Paolo Nespoli, di stanza in Libano. Nespoli - che diventerà un celebre astronauta - ha la metà dei suoi anni. La biografia riporta poesie scritte dalla Fallaci, versi che "raccontano questo amore con grande dolcezza e al tempo stesso con totale onestà". Lei sa che non può durare. Eppure nell'aprile del 1985 Nespoli si trasferisce nella sua casa di New York, dove convivono per quattro anni: lui studia ingegneria aerospaziale alla New York University, lei scrive Insciallah (il protagonista, Angelo, è ispirato proprio a Paolo). Quando nel 1991 lui si trasferisce in Germania, lei gli comunica che non vuole più né vederlo né sentirlo. "Una promessa alla quale terrà fede per sempre".

Nespoli è l'ultimo amore. Poi arriva il cancro, la reclusione forzata nell'appartamento newyorchese per scrivere quello che diventerà il romanzo postumo sulla storia della famiglia. Un romanzo interrotto dall'Undici settembre, dal ritorno sulle scene contro il fondamentalismo islamico. Oltre ad aver svelato l'Oriana sentimentale, la De Stefano chiarisce un altro aspetto: non sono mai esistite due Fallaci, quella pre e quella post Undici settembre. La trilogia che segue l'attentato delle Torri Gemelle è in linea con lo spirito che l'ha guidata per tutta la vita, dalla Resistenza alle corrispondenze al fronte: la lotta per la libertà contro la tirannia e la violenza.