24 marzo 2015

Cinque lezioni dal concerto di De Gregori


Ieri sera De Gregori ha suonato al Mediolanum Forum, seconda tappa del Vivavoce Tour partito pochi giorni fa da Roma. Ventinove canzoni (quattro in duetto con Ligabue), due ore e mezza di concerto, cinque lezioni:

01// De Gregori è il migliore sulla piazza
Qualcuno ci ha lasciati (De André, Dalla), altri sono andati in pensione (Guccini), altri ancora non mollano (Conte, Battiato). Oggi come oggi, De Gregori è il migliore sulla piazza: l'impressione, soprattutto dal vivo, è che invecchiando migliori. E che forse stia anche iniziando a divertirsi.

02// De Gregori non se la tira più
Per anni De Gregori è stato molto antipatico. O meglio, lunatico. Era capace di non aprire bocca per un intero concerto e di storpiare tutti i grandi classici, giusto per tirarsela un po'. Ora ha fatto pace con se stesso: è simpatico, interagisce con il pubblico, si diverte.

03// De Gregori ha capito che i classici sono i classici
Fatta eccezione per Alice, a Milano ha reso onore a tutti i grandi classici del suo repertorio: da La donna cannone a Generale, passando per Non c'è niente da capire, le canzoni che lo hanno reso celebre suonavano esattamente come dovevano suonare (e dunque non come suonano sul suo ultimo disco).

04// I duetti rovinano le canzoni
Vale (quasi) per tutte le canzoni, vale in particolare per Alice. A Milano - come sul suo ultimo disco - De Gregori l'ha cantata insieme a Ligabue, rovinandola. Il punto è che la voce di Ligabue sta ad Alice come un elefante sta a una cristalleria.

05// Addio accendini
Su Generale uno o due accendini sono spuntati, ma per il resto a illuminare i palazzetti sono ormai gli schermi dei cellulari. L'atmosfera delle fiammelle era tutta un'altra cosa.