Un ragazzo di Bologna punta il proprio smartphone fuori dalla finestra di casa per mostrare il cielo grigio sopra la città; una diretta interminabile, fatta di pioggia e di tristi cassonetti della spazzatura giù in strada, condita da una curiosa spiegazione dell'inciso "Sócc'mel" a uso dei follower non bolognesi. A Bay Lake, in Florida, un uomo mostra farfalle svolazzanti nella voliera dell'Epcot, il parco tematico della Disney: tanti cuori, tanti apprezzamenti. A Parigi qualcuno si prende più sul serio: un uomo mostra palazzi e grattacieli nel quartiere della Défense, racconta la storia degli edifici e del quartiere improvvisandosi guida turistica.
Tutto avviene contemporaneamente, tutto avviene su Periscope. Per chi non lo sapesse - dove avete vissuto nelle ultime settimane? - Periscope è un'applicazione per iPhone che consente di trasmettere video in diretta collegandosi direttamente all'account Twitter dell'utente (il Post lo spiega molto bene in questo articolo). Ognuno di noi può trasmettere in diretta tutto ciò che vede e il mondo intero può seguirlo. Noioso se parliamo del cielo grigio sopra Bologna, ma le potenzialità sono infinite: basti pensare alle aree critiche del pianeta, dove le telecamere delle tv tradizionali faticano ad arrivare.
L'arrivo di Periscope ha acceso dibattiti in tutto il mondo. Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo di Beppe Servergnini, che l'ha provato sul proprio iPhone per concludere che è un po' presto per giudicare:
Certo la tecnologia è interessante, ma - per ora - legata solo a Twitter. Richiede una buona connessione perché sfrutta molta banda. I punti forti sembrano l’immediatezza e l’interazione. Per il resto, c’è YouTube. Potrebbe diventare una rivoluzione (come Skype) o una moda (come Vine): è presto per dirlo, ma è tardi per lamentarsi. Periscope è uno strumento nuovo, ma noi non siamo sommergibili. Abbiamo altri strumenti per osservare il mare del mondo. Basta restar calmi. Se scambiano ogni onda in arrivo per uno tsunami, andiamo a fondo di sicuro.
La reale portata di Periscope la scopriremo solo quando milioni e milioni di persone inizieranno a utilizzarla quotidianamente. A me fa venire in mente il progetto SeeChange raccontato da Dave Eggers in The Circle: coprire tutto il mondo conosciuto di microtelecamere, sempre connesse. Quella di Eggers è una distopia, certo, ma non è escluso che tra qualche decennio sia una realtà accettata pacificamente da tutti.