24 settembre 2009

Ahmadinejad cede lo scettro a Gheddafi

Spiace per l'ego di Mr. Ahmadinejad, ma quest'anno non è lui la star dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Relegato a tarda ora a fronte di una sala ormai vuota, il presidente iraniano pecca d'inventiva: "Lo stato ebraico si è reso responsabile di politiche inumane contro i palestinesi", "Le forze straniere spargono guerra, sangue, aggressione, terrore e intimidazione in Iraq e in Afghanistan", "Non è possibile che una piccola minoranza domini la politica, l'economia e la cultura mondiale" (classico riferimento antisemita ai Protocolli dei Savi di Sion). Soliti temi, terzo discorso fotocopia nel giro di tre anni. Da segnalare solo il riferimento alle elezioni iraniane: "Le elezioni in Iran sono state gloriose e pienamente democratiche, aprendo un nuovo capitolo per il mio Paese".

Il povero Ahmadinejad non si è risparmiato, intendiamoci, ma era davvero difficile competere con Mr. Gheddafi, il re del circo equestre. Il tempo a disposizione è limitato: 15 minuti; non per lui, che si prende un'ora e mezza per farneticare liberamente. Il leader libico parla di tutto (e di più), si scaglia contro Onu e Consiglio di Sicurezza, straccia le carte, ringrazia l'Italia e definisce Obama "un raggio di luce" (candidandolo alla presidenza a vita). Tutto inutile, però: come ricorda il "Corriere", "il discorso di Gheddafi, seppure oltre il protocollo, non è entrato nel Guinness dei primati degli interventi più lunghi all'Onu: questo record appartiene al leader cubano Fidel Castro che in una occasione parlò per ben 4 ore e mezza". Troppo, anche per il "re dei re".