15 ottobre 2010

Bel Paese/ Il Lago di Como, tra scenari hollywoodiani e la minaccia del cemento

Se guardiamo alle classifiche internazionali, per gli italiani c’è poco da stare allegri. Crescita economica, prospettive per il futuro, qualità della vita: i dati parlano chiaro, e parlano di un paese addormentato. Quando si parla dell’Italia all’estero, però, la fantasia degli stranieri corre ancora verso luoghi paradisiaci: laghi, mari e colline che nei secoli hanno consacrato il Bel Paese nell’immaginario collettivo. Oltre la pasta, la mafia e la Ferrari, andiamo allora alla scoperta dei gioielli naturali che ci invidiano in tutto il mondo: oggi ilDemocratico.com vi porta sul Lago di Como.

Se in Italia parli del Lago di Como, la maggior parte delle persone pensa ai “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Se invece dici “Lake Como” negli Stati Uniti, o in Gran Bretagna, è probabile che l’immaginazione di chi ascolta corra alle sequenze più suggestive di “Star Wars: Episodio II - L’attacco dei cloni”, a quelle di “Agente 007 - Casino Royale” o di “Ocean’s Twelve”, senza contare il videoclip di “Cool”, hit di Gwen Stefani del 2005. Nel mondo anglosassone, insomma, il mito del Lago di Como è strettamente legato alle produzioni hollywoodiane, che sulle acque care al Manzoni hanno trovato scenari da sogno: lo stesso Clooney, del resto, sul Lario ha incontrato un’oasi di pace e serenità, circondata da splendide strade che il bel George percorre a cavallo della sua Harley Davidson.

La vocazione internazionale del Lago di Como, però, precede di molti anni i kolossal hollywoodiani. Se le stanze di Villa d’Este potessero parlare racconterebbero la storia della nobiltà europea ottocentesca, di Verdi e Puccini, di Alfred Hitchcock e Frank Sinatra, di Madonna e di Bruce Springsteen, della Callas e di Onassis, di Churchill e John Kennedy: tutti loro, almeno per una notte, hanno soggiornato in quello che “Forbes” considera il miglior albergo del mondo. Se da Cernobbio ci spostiamo a Bellagio, a Villa Serbelloni troveremo poi la sede della Fondazione Rockefeller, che ogni anno ospita artisti e scienziati da tutto il mondo per “promuovere il benessere del genere umano”. Due esempi di eccellenza perfettamente inglobati in un paesaggio che ha incantato alcuni dei più grandi scrittori occidentali, da Goethe a Stendhal passando per Flaubert.

Sul Lario, fortunatamente, il turismo non è fatto solo di star e multimilionari. L’ultimo report dell’Osservatorio del sistema turistico del Lago di Como parla di una destinazione dove “trascorrere un soggiorno dinamico, all’insegna sia dello sport che della scoperta delle bellezze del territorio”, e in cui “il nocciolo duro del turismo si conferma la domanda internazionale (in media 6 turisti su 10 provengono dall’estero)”: nel dettaglio, il 49,7% dei turisti esteri provengono dalla Germania, seguiti da francesi, svizzeri, inglesi, olandesi e americani. Persone comuni, che al pari di Percy Bysshe Shelley vogliono vedere quel lago “lungo e stretto, che sembra un fiume potente che scorre tra montagne e foreste”: un lago, scriveva il poeta inglese all’amico Thomas Love Peacock, “che supera in bellezza qualsiasi cosa abbia mai visto, fatta eccezione per le isole di Killarney”.

Oltre al giro in battello alla scoperta delle ville che si affacciano sul lago, tre sono le attrazioni più amate dai turisti. Bellagio, affacciata su uno specchio d’acqua in cui - scriveva nel 1984 il “New York Times” - “il giallo delle case si riflette insieme al verde scuro delle montagne”. Villa Carlotta a Tremezzo, i cui giardini - in primavera - sono tra i più belli del mondo. E Villa del Balbianello, appartenente al FAI, che vanta una collocazione fiabesca a picco sulle rive di Lenno. Eduardo Blanco, che dalla Spagna organizza viaggi turistici sul Lario, ci spiega che il lago è una perfetta meta di lusso grazie “a hotel e ville fantastiche, alla cucina e alla rinomata ospitalità italiana”: ai suoi clienti Blanco raccomanda di “muoversi intorno al lago, esplorando il paesaggio”. Per poi decidere, magari, di comprare casa e venire a vivere qui, lontani dallo stress delle città.

A metà settembre, il quotidiano inglese “Daily Telegraph” ha pubblicato un articolo sulle attrattive immobiliari del Lago di Como, descritto come “un tranquillo paradiso” dal clima temperato (per la cronaca, si tratta di un luogo comune). A smuovere le acque è stato George Clooney: “Comprare una villa a Laglio ha cambiato la mia vita”, spiega il divo, testimone vivente di come un semplice investimento economico possa rivelarsi un’ottimo affare per la qualità della propria esistenza. Alec Lom, autore dell’articolo, ha intervistato Julia Killingbeck, madre di due figli, che tre anni fa ha venduto la sua casa londinese e si è trasferita sul Lario: “Qui è il paradiso in terra. Abbiamo vissuto a Londra per sedici anni, e volevamo trasferirci: ora viviamo in un appartamento a 200 m dall’acqua. Non ricordo neppure un minuto in cui non mi sia sentita veramente felice e rilassata”.

L’effetto Clooney ha fatto impennare i prezzi, e in riva al lago “una villa con sei camere da letto può costare anche 5 milioni di sterline”: la soluzione migliore, allora, è spostarsi in collina, senza rinunciare a una vista mozzafiato. Paul Belcher, esperto di compravendita sul Lario, spiega al “Telegraph” che questo è il momento di acquistare: non solo il mercato immobiliare italiano è stabile, ma “negli ultimi sei mesi il cambio con la sterlina si è rafforzato del 15%, dunque è come se le case a Como costassero il 15% meno”. Chiude l’articolo una serie di consigli preziosi per i potenziali acquirenti britannici: si va dalla scelta di un luogo soleggiato all’importanza di un garage (e di una macchina di piccola taglia), dall’attenzione alle tasse sulle piscine alla necessità di un esperto locale “che vi aiuti per districarvi nella burocrazia italiana” (parole sagge).

Per chi non può permettersi una casa sul lago restano ovviamente i pacchetti vacanza - servizio offerto da prestigiosi tour operator angloamericani - e gli affitti. Per la prossima estate, i cataloghi dell’inglese Thomson Holidays offrono svariati soggiorni nei migliori alberghi di Bellagio, Tremezzo, Menaggio, Lenno e Cadenabbia: l’agenzia raccomanda di non perdere concerti estivi a Villa Carlotta, i giardini e gli sport acquatici sul lago. Numerosi sono poi i siti internet che offrono alloggi in affitto. Si va da piccole villette a schiera, con parco e piscina da condividere con altre famiglie, a edifici da fiaba: è il caso di Villa Vincenzo a Cernobbio, con undici camere da letto e otto bagni (85.000$ a settimana su Rentavilla.com), o della più “modesta” Villa Tremezzo, immersa in un parco magnifico (38.000$ a settimana). Una soluzione per tutte le tasche.

Sia chiaro, Lake Como non è un paradiso senza ombre. Nel settembre 2007, l’edizione americana di “Vanity Fair” ha dedicato un lungo servizio allo spettro dell’invasione russa: si tratta dei nuovi milionari, pronti a comprarsi tutto. Negli stessi mesi, “La Provincia” - che è il quotidiano locale più antico e diffuso - ha parlato di “Lago ferito” e ha pubblicato una serie di articoli per denunciare il cemento che minaccia il paesaggio cantato dai grandi della letteratura. Il Lario è in pericolo? In parte sì: basta percorrere la strada Regina, che costeggia il ramo occidentale del lago, per rendersi conto di come le costruzioni non si fermino mai. Per salvare un luogo che ci invidiano in tutto il mondo, bisognerebbe anche saper dire “no”: non tutti potranno avere una casa vista lago, perché il paesaggio ne risentirebbe. Del resto esistono anche gli alberghi, con buona pace delle imprese edili.

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