22 luglio 2011

L’alveare della ‘ndrangheta nel cuore della Lombardia

“Le api arrivano, importano il loro mercato, i loro metodi, lo fanno ovunque trovino silenzio. La ‘ndrangheta, una delle organizzazioni militari più efficienti mai esistite, assimilata ad al-Qaeda dall’Fbi, fa lo stesso”. Nel suo ultimo libro, "Alveare", Giuseppe Catozzella va alla scoperta dell’impero costruito dalla ‘ndrangheta nel cuore pulsante del nord, la Lombardia.

Molto diversa “dal chiasso della camorra e dall’onore chiacchierato di Cosa Nostra”, l’organizzazione criminale calabrese pervade silenziosamente un territorio che stenta a riconoscere il male intorno a sé, nelle periferie e nei cantieri edili, nei locali alla moda e nelle società fittizie. Per portare alla luce gli affari della ‘ndrangheta, l’autore sceglie una forma espressiva - tornata in auge già da qualche anno - a metà strada tra il saggio, il reportage giornalistico e il romanzo. “Alveare”, per dirla all’anglosassone, è un non-fiction novel in cui il giovane protagonista vaga per le strade di Milano cercando di dare un senso alla scomparsa del padre, morto in un ospedale di Pavia controllato dalla criminalità organizzata. Il viaggio infernale di Catozzella è popolato di personaggi memorabili, dal lattaio Pasquale (che alla ‘ndrangheta ha sacrificato il suo bar) a zia Severina, che i criminali se li è ritrovati alla porta accanto.

Le storie più vivide, però, sono quelle di due giovani. Il primo è Vincenzo Nucara. Compagno di classe del protagonista, alle medie Vincenzo è una giovane promessa del calcio prestata alla violenza e alla ‘ndrangheta. Alla fine del libro lo ritroviamo vestito di tutto punto di fianco al suo Suv, prova tangibile di una carriera di successo nel settore del movimento terra. L’altro personaggio è Michela, 21 anni, brillante studentessa di Lingue all’Università Cattolica di Milano. Michela studia il serbo, convinta che il modo in cui la sua famiglia gestisce il traffico di cocaina sia troppo pericoloso: “Bisognava guadagnare qualcosa in meno e far fare tutto ai serbi” che “offrivano servizi e condizioni mai visti”. Vincenzo e Michela sono la prova vivente di come la criminalità, alla faccia della gerontocrazia italiana, investa sui giovani, accompagnandoli alla laurea per poi sfruttare i loro cervelli. Un tema su cui tutti, da nord a sud, dovrebbero riflettere a fondo.

Nel quadro desolante dipinto così bene da Catozzella c’è però spazio anche per la speranza. Le armate del bene, in “Alveare”, sono i magistrati e le forze dell’ordine, capaci di assestare negli ultimi mesi colpi clamorosi alla ‘ndrangheta che ha colonizzato il nord Italia. Ampio spazio viene allora riservato dall’autore all’operazione Crimine-Infinito, che giusto un anno fa portò in carcere oltre 350 presunti affiliati e collaboratori delle ‘ndrine: un “ripasso” sacrosanto, a poche settimane dall’apertura del processo a carico degli imputati nell’aula bunker di Ponte Lambro, nel silenzio generale dei media.

Recentemente Catozzella ha dichiarato: “Non aspiro a diventare un altro Saviano. Io voglio fare lo scrittore, punto”. Sul suo blog personale, l’autore ha poi esteso la riflessione: “Troppo facile per i giornali fino a questo punto avermi liquidato come il ‘nuovo Saviano’ o il ‘Saviano del Nord’. Non è mai stata davvero analizzata la portata di quello che ‘Alveare’ rivela, le conseguenze che necessariamente mette in moto”. Ha ragione, prima dei facili paragoni bisognerebbe sempre parlare di contenuti e conseguenze: “Adesso che stai per fare il gesto di richiudere questo libro - si legge del resto nelle ultime righe scritte da Catozzella - ricorda che il lavoro vero comincia soltanto ora, fuori”.

Da un punto di vista critico, però, il paragone con Saviano è inevitabile. “Gomorra” e “Alveare” trattano temi fondamentali per il nostro paese, e lo fanno utilizzando la stessa forma espressiva (non-fiction novel) e lo stesso punto di vista (un protagonista che tocca con mano i riti e i crimini della mafia). Bene, per quel che vale credo che il romanzo di Catozzella sia strutturato - e scritto - molto meglio di “Gomorra”: all’autore e al libro l’augurio di altrettanto successo.

Giuseppe Catozzella, Alveare, Milano, Rizzoli 2011
pp. 243, € 17.50

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